Nuovi inviti a dedurre da parte della Procura della Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna nei confronti del consiglio regionale: dopo i capigruppo, finiti nel mirino nei mesi scorsi, questa volta tocca ai consiglieri. Gli inviti a dedurre, l’atto dell’inchiesta contabile che può essere assimilato all’avviso di fine indagine in un’inchiesta penale, riguardano la “presunta non inerenza di voci di spesa del 2012”, e stanno arrivando a gran parte dei consiglieri. A darne notizia è una dichiarazione congiunta dei presidenti dei gruppi dell’Assemblea legislativa. Per i capigruppo semplicemente “si tratta dell’ovvia evoluzione della precedente notifica”, e “di una fase preliminare nella quale i consiglieri hanno 60 giorni di tempo per presentare le controdeduzioni”.
Tra i consiglieri a cui vengono contestate responsabilità dalla Procura contabile c’è anche Stefano Bonaccini, segretario regionale del Pd e uno dei nomi usciti nei giorni scorsi sulla stampa per la candidatura alla presidenza della Regione. Bonaccini compare in un invito a dedurre insieme all’ex capogruppo del Pd, Marco Monari. Monari, a propria volta, compare in altri sei inviti: in uno in qualità di presidente del gruppo e consigliere, in altri cinque insieme a consiglieri Pd. Si tratta di Tiziano Alessandrini, Marco Carini, Thomas Casadei, Gabriele Ferrari e Roberto Montanari. Sono poi menzionati gli inviti all’ex capogruppo Pdl Luigi Giuseppe Villani, a quello Fds Roberto Sconciaforni; insieme alla presidente Idv Liana Barbati, che compare anche singolarmente, figurano in due distinti inviti Franco Grillini (attualmente al gruppo Misto) e Sandro Mandini; ci sono infine due inviti a Gian Guido Naldi (presidente Sel Verdi) e Silvia Noè (presidente Udc).
L’inchiesta della Procura contabile riguarda i rendiconti 2012 dei gruppi. “Ribadiamo il fatto che sui rendiconti 2012 dei gruppi – sostengono i presidenti – la Corte costituzionale, con la sentenza numero 130, ha già annullato le deliberazioni della Corte dei Conti assunte nel 2013 comprese quelle della sezione regionale di controllo per l’Emilia-Romagna, che aveva già contestato la natura delle spese sostenute in quell’anno”. La nota conclude dicendo che “anche in questa occasione verranno avviati gli approfondimenti necessari per verificare le ragioni degli interessati e dell’assemblea legislativa, convinti che si tratti di voci di spesa giustificate, funzionali alla nostra attività”.
Anche contro questo atto, la dimissionaria giunta Errani ha deciso di presentare ricorso alla Corte costituzionale.