Firenze – In montagna vivono 600mila residenti suddivisi in 128 comuni. Come preservare la residenza ed aumentare l’appeal di una vasta fetta di territorio che presenta oggi prospettive di crescita minime?
La fuga. Negli ultimi anni il turismo ha ricevuto input quali l’invito a visitare i Borghi Fantasma, affascinante visione per una esperienza mistica ma anche la sconfitta di intere generazioni che alla montagna hanno dato tutto.
Regione Toscana e Anci hanno riunito presso il Cinema della Compagnia a Firenze i soggetti interessati a rilanciare i paesaggi rurali.
“Montagna intesa come opportunità, non come un problema” ha commentato l’assessore regionale a agricoltura e politiche della montagna Marco Remaschi, nell’aprire i lavori rivolti ad una programmazione attenta ai nuovi bisogni con azioni mirate e concrete.
Dieci anni fa l’ultimo appuntamento. Nel mezzo cambiamenti significativi: la crisi economica, che sulle zone montane ha avuto ripercussioni anche più pesanti e che ha prodotto una riduzione delle risorse finanziarie, la riorganizzazione istituzionale con la chiusura delle comunità montane, l’avvento delle unioni dei comuni, il riordino delle deleghe alle province.
Il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani ha ricordato come chi vive in montagna “contribuisce alla difesa del suolo, alla tutela del paesaggio, alla qualità della vita di tutti”.
Diverse le questioni cruciali, dai servizi sanitari a quelli scolastici, dal sistema di trasporto reale alle connessioni virtuali, dalle potenzialità turistiche a quelle agricole. Centrale l’accesso ai servizi socio-sanitari e l’assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi intende “Dare a chi vive anche nei luoghi più lontani dai centri abitati la medesima qualità nell’accesso ai servizi. Abbiamo strumenti che ci consentono di migliorare l’assistenza, anche a distanza dai centri sanitari più rilevanti: penso alla rete della telemedicina e alla rete delle botteghe delle salute, penso alla riorganizzazione del sistema dell’emergenza urgenza che ha la finalità di arrivare nei tempi più brevi possibili sul luogo delle necessità e delle urgenze, di stabilizzare lì le persone e di portarle nei centri più attrezzati per assisterle nel modo migliore”.
Permanenza in montagna e prospettive economiche. L’assessore al turismo Stefano Ciuoffo “Per tenere viva la montagna – ha detto – dobbiamo ragionare di gradualità della fiscalità, di politiche di incentivazione, di valorizzazione delle attività agricole, commerciali, turistiche. Nell’ambito del turismo vedo la montagna come un prodotto turistico innovativo: perché questa parte della Toscana ha molto da raccontare e può entrare in un mercato competitivo come quello turistico mettendo insieme tanti profili (quello ambientale o quello agroalimentare per esempio), varie discipline (dall’orienteering alla pesca, dallo sci all’escursionismo) e valorizzando il grande patrimonio storico e culturale che ha”.
L’assessore all’ambiente Federica Fratoni ha detto “Il contrasto ai cambiamenti climatici passa attraverso il presidio delle zone montane; è qui, attraverso la manutenzione di boschi e torrenti che si può frenare il dissesto idrogeologico, è qui che possono svilupparsi possibili fonti energetiche alternative (penso alla biomasse) in grado di contribuire alla filiera del legno ma anche capaci di affrancare parte del territorio toscano dall’approvvigionamento energetico da fonti tradizionali”.
Nel primo pomeriggio anche l’assessore alla presidenza Vittorio Bugli: “Stiamo portando avanti con successo la sfida infrastrutturale della banda ultralarga dopo aver garantito, negli anni passati, la banda larga in quelle zone a fallimento di mercato in cui gli operatori non avrebbero mai investito. Oggi vogliamo permettere a chi risiede, opera, lavora, visita la montagna un servizio all’altezza dei tempi. Quando abbiamo impostato la recente gara per la copertura del territorio toscano puntavamo a coprire l’88% della popolazione; grazie alla flessibilità del bando riusciremo in tre anni a coprirne il 99%. Non possiamo che essere soddisfatti pensando soprattutto a quella fascia di popolazione più giovane che così può offrire all’esterno del proprio territorio la propria esperienza e professionalità mantenendo la residenza e il domicilio nella nostra montagna”.
Per l’Anci Toscana, l’associazione dei comuni per la quel stamani è intervenuto il direttore Simone Gheri: “Noi chiediamo che, per le politiche della montagna, la regione e il governo rinnovino impegno e risorse. Come è stato fatto un piano straordinario per le periferie, vorremmo che altrettanto venisse fatto anche per la montagna. Nello specifico, alla Regione chiediamo la ricostituzione del fondo dedicato, un sostegno ai servizi che già esistono, nuove idee per garantire la permanenza dei cittadini nei territori, incentivi alle imprese che ci investono. E naturalmente attenzione all’assetto idrogeologico e alla forestazione, per mantenere e preservare il nostro habitat. Anci Toscana sta sostenendo i sindaci dei Comuni montani con un grande lavoro, siamo certi che oggi le nostre proposte saranno ascoltate”.
“C’è bisogno di investimenti per permettere alle popolazioni locali di vivere e fare reddito ed evitare l’abbandono di questi territori. Per questo è necessario puntare sullo sviluppo delle attività economiche e fra queste l’agricoltura è uno dei settori sicuramente trainanti” commenta Luca Brunelli, presidente Cia Toscana che plaude all’iniziativa. Aggiunge Brunelli che “servono politiche integrate, per dare risposte sui servizi per i quali non possono valere le stesse regole di economicità che devono essere rispettate in città. L’agricoltura in queste aree è un’attività primaria e deve essere integrata in un sistema socio-economico che comprenda trasporti, sanità e sociale, per permettere di vivere alle comunità locali. Lo sviluppo dei servizi e delle infrastrutture, però devono venire dai fondi comunitari, ma ovviamente non può essere il piano di sviluppo rurale la prima fonte di finanziamento per investire sui servizi”.
Il presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Mastteo Biffoni ha chiuso la giornata che ha riunito quasi 300 tra amministratori e tecnici insieme per discutere e confrontarsi sui problemi e le prospettive dei territori montani, che hanno lavorato su quattro tavoli tematici per riportare il frutto del loro lavoro in altrettante relazioni finali. “C’è tanto da fare – ha detto Biffoni – anche per la salvaguardia del territorio, per fronteggiare i problemi ambientali e idrogeologici. Oggi abbiamo messo in fila tutti i temi: con una consapevolezza: per il governo regionale e anche quello centrale non è più possibile stare a guardare. Ringrazio i tanti assessori che hanno partecipato e si sono messi a disposizione”