Firenze – Partecipazione straordinaria di folla (centinaia di persone), partecipazione straordinaria di notabili di partito nazionale (dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti ai parlamentari Rosa Maria Di Giorgi, al tesoriere nazionale Francesco Bonifazi) e dello staff di governo cittadino (dal vicesindaco Cristina Giachi agli assessori Lorenzo Perra, Alessia Bettini, Giovanni Bettarini, Andrea Vannucci) la campagna elettorale dell’attuale assessore comunale all’urbanistica comincia col botto. Tant’è vero che, chi non c’era per ragioni “d’ufficio”, come il sindaco Nardella reduce dal viaggio di ritorno in Giappone, ha mandato la propria sagoma di cartone.
Insomma, bisognava esserci, ieri, all’appuntamento dell’apertura ufficiale della candidata che in molti pensano sia stata “gettata” nel mezzo del cammino dell’altra candidata d’eccellenza Stefania Saccardi: l’appuntamento infatti è stata occasione per il folto e trasversale gruppo dei renziani “di ferro” di dimostrare il loro attaccamento alla causa e per chi non è proprio appartenente a questa categoria, per rientrare con onore dimostrando come la scelta della candidata sia quella giusta. Del resto, la scelta di Titta Meucci come riferimento della vasta e per certi versi variegata area che contempla piddini di provenienza Ds, forzisti “amici”, renziani doc è un colpo da maestri: come dice lo stesso Luca Lotti (scusandosi immediatamente per l’arditezza della metafora con la signora ) “Titta Meucci è un usato sicuro”. Certo, non c’è dubbio che per esperienza, provenienza, carattere e immagine l’assessore all’urbanistica porti con se’ molti “amici “ (da annotare il fatto che molti, interrogati sulla loro presenza, rispondessero: “Titta è un’amica”, mettendo nel gruppo anche i tanti forzisti presenti) e una robusta fama di competenza cui la ancora attuale esperienza di un assessorato complesso come l’urbanistica non ha fatto altro che aumentare.
Liquidata la zampata del vecchio sceriffo Graziano Cioni (che aveva, in un post su Facebook, parlato di scambi di telefonate in grado di gettare ombre non solo sulla candidata ma sull’intero gruppo renziano) come uno scambio di battute scherzose mal comprese dallo Sceriffo, tutti insieme al via con maglietta e slogan, Tutti per Titta, cambiato al volo con Titta per la Città, modificato da Lotti con La città per Titta, tanto per ricordare ai presenti che dopo il passaggio di piazza, ci sarà quello dell’urna. E qui, i vari Lotti, Bonifazi e perché no, Di Giorgi aspettano la conta, e l’aspettano, ovviamente, favorevole. Perché se la Saccardi, come annotava qualcuno fra la folla, vuole non vincere ma stravincere, il partito invece non vuole che da Firenze giungano segnali “ambigui”. Tutti per Titta insomma, come si legge nelle magliette stampate per l’occasione.