Regionali, Pescini (PD): “Toscana idea di mondo, la chiusura non ci appartiene”

Firenze – In vista delle prossime elezioni regionali, Stamptoscana ha intervistato il responsabile per gli enti locali del Pd toscano Massimiliano Pescini, circa le posizioni e gli strumenti programmatici con cui la coalizione di centrosinistra si prepara ad affrontare la campagna elettorale. Pescini, ex sindaco di San Casciano, ha 44 anni e costituisce uno degli esponenti più interessanti, per formazione culturale e competenza, della squadra piddina.

D. Un’ampia coalizione, quella del centrosinistra, che comprende 20 sigle diverse (le ultime due, Pli e Toscana nel Cuore), unite nella candidatura dell’attuale presidente del consiglio regionale Eugenio Giani. Quali sono i punti più importanti per segnare la differenza fra voi e il centrodestra, che peraltro non ha ancora schierato il proprio campione in lizza?

R. Intanto, vorrei affermare un punto di partenza generale: l’Italia non è il prodotto di una monocultura, e la Toscana è sempre stata antesignana di diritti civili che vanno proprio nel senso di tutelare le diversità ideali e il rispetto del cittadino: basti pensare non solo al noto primato circa l’abolizione della pena di morte, ma anche il dato di fatto che sia stata prima in Italia ad applicare la regola dell’habeas corpus. Del resto, la nostra regione è composta di tante aree che hanno loro peculiarità anche molto diverse, basti pensare alla costa o alle zone interne, alla realtà di Firenze e a quella di Siena, Livorno, Pisa, ognuno con proprie caratteristiche ben distinte. In questo pensiamo che il nostro candidato, Eugenio Giani, sia assolutamente capace nella prospettiva di consegnare l’idea di una Toscana “diffusa”. La Toscana non può infatti, per la propria storia, avere un’identità chiusa, bensì non può essere che inclusiva. Anche per quanto riguarda il punto delicato della sicurezza urbana, segnaliamo la nascita del vigile di quartiere, con finanziamenti per l’operazione.  Il ragionamento, così semplice da essere quasi banale, è che un territorio è più sicuro quando offre servizi. E’ su questa convinzione che per quanto riguarda le province toscane, da quelle costiere a quelle interne e montane, abbiamo fatto nacere e rafforzato per esempio le cooperative di comunità, le infrastrutture di prossimità, l’accesso alla banda larga.

D. Qual’è stato il metodo di connessione fra le varie forze politiche che formano la coalizione?

R. Le linee del programma che presentiamo derivano da studi e ore di confronto in cui i partiti presenti sono messi sullo stesso piano. Prendiamo un tema fondamentale come l’ambiente: la Toscana ha imboccato decisamente la strada della sostenibilità, con la decisione di attuare investimenti Green Carbon Neutral, per arrivare al 2030 con emissioni zero. Sostenibilità che significa anche, ad esempio, semplificazione per le imprese”.

D. Qual è la priorità della coalizione?

R. Economia e lavoro. E non perché la Toscana si trovi sotto i parametri nazionali, perché anzi la nostra regione si trova in una situazione che, nei confronti del dato nazionale, è buona, tant’è vero che abbiamo un tasso di disoccupazione, 7,3%, che è inferiore a quello del 2008. Il problema è che tali dati riguardano le aree. Occupazione molto buona per quanto riguarda l’area centrale, in particolare per quanto riguarda il settore della pelletteria e della logistica, ma non basta, tant’è vero che è stato messo in campo un piano di sviluppo rurale, oltre a fondi e incentivi messi sul tavolo per le imprese che fanno innovazione. Oltre alla grande attività del candidato Eugenio Giani, che sta girando tutte le province toscane con appuntamenti specifici.

D. Uno degli altri punti della spina dorsale di qualsiasi governo del territorio è la sanità.

R. Sanità, ovvero il fatto che la sanità toscana è la seconda in Italia, prima per quanto riguarda i livelli ospedalieri. La percezione,  a livello di sanità territoriale, si basa su tre punti: il rapporto con gli ospedali, la diagnostica, alcune visite specialistiche e le liste di attesa. Oltre ovviamente ai pronto soccorso e alle filiere decisionali, che hanno subito un check up di un anno e che devono sicuramente essere riportate più vicine al territorio. Perché il punto è: evitare e non far sentire la lontananza. Del resto, la riforma sanitaria deve senz’altro essere riesaminata per andare a pizzicare i punti da migliorare.

D. Quali sono i temi su cui è necessario interloquire col governo centrale?

R. Ad esempio i grandi servizi, come le competenze legislative sull’ambiente, come la costituzione di una holding multiservizi gas-acqua-rifiuti. Un altro punto su cui è necessario il rapporto con il governo centrale è anche il nodo dell’overtourism, che è un fenomeno che va normato, in cui si devono cambiare tassazione e norme che riguardano l’accoglienza. Non bisogna demonizzare lo strumento, ma vanno introdotti standard di servizi, tassazione e regole precise e chiare, in modo da poter accompagnare in modo adeguato la trasformazione del settore. Ad esempio, per quanto riguarda borghi storici rurali, gli affitti turistici brevi possono rappresentare opportunità economiche che potrebbero servire a decomprimere i grandi centri. Il concetto di Toscana diffusa vale anche per quanto riguarda il turismo.

D. Per concludere, come delinea la Toscana che dovrebbe convincere i cittadini a rifutare la proposta del centrodestra?

R. La Toscana è una visione del mondo con alcune peculiarità proprie, come il ruolo della memoria, della legalità e della inclusività.Pensiamo all’ approccio alla sanità, che è pubblica, generalista e universale, con un rapporto col privato che riguarda la diagnostica e alcune visite specialistiche. Pensiamo all’istruzione pubblica, alla formazione, che vogliamo collegare sempre più al territorio.

D. Dunque, fibrillazioni riassorbite, tutto a posto nella grande coalizione del centrosinistra?

R. Mettiamo il punto: Eugenio Giani è un candidato che vede il sostegno di 20 formazioni politiche. Naturalmente, nella fase di predisposizione ci sono state posizioni anche molto diverse. Sulle linee programmatiche fondanti non ci sono differenziazioni, mentre il confronto oltre che fisiologico è anche arricchente.

D. In Toscana, può essere preoccupante per il centrosinistra l’esistenza di una sinistra ben strutturata come il polo rappresentato da Toscana a Snistra?

R. Guardando all’Emilia Romagna, la Sinistra rimane comunque al 2,2%. Anche se in Toscana è previsto il ballottaggio, chiunque voti “oltre” fa il gioco del centrodestra. Del resto, siamo ritornati a un bipolarismo del panorama politico, mentre i 5S sembrano ancora in calo. Mi sembra che il centrosinistra in Toscana sia capace di parlare con tanti mondi, e la coalizione è più importante delle singole forze. Del resto, la Toscana è veramente un’idea di mondo, che deriva da molte posizioni, da quelle laiche, comuniste, socialiste e cattoliche. La chiusura non è nostra, appartiene ad altri.

D. La sentenza di respingimento della Via per quanto riguarda la nuova pista dell’aeroporto di Peretola porrà problemi all’interno della coalizione?

“Lo sviluppo integrato dell’aeroporto fiorentino è previsto nel piano nazionale aeroporti. Permangono differenze su questa infrastruttura, ma, nonostante ciò, continuiamo a cercare il dialogo. Le parole del candidato della coalizione dopo la sentenza sono state chiare, come la posizione della segretaria regionale del Pd. Sull’opera la sentenza dice alcune cose che riguardano il ruolo e la partecipazione dei Comuni, su questo bisogna lavorare”.

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