Firenze – Regionali, ancora manovre nel tavolo della coalizione del centrosinistra, che si è riunita oggi per discutere sul nome di un candidato che risulti “di collegamento” fra le varie anime che lo compongono. In realtà come anticipato la settimana scorsa, la questione candidatura è stata affrontata in contemporanea con la costruzione del programma, che vede la necessità di mettere insieme tre anime affini ma ben distinte: Pd e Italia Viva, che hanno deciso di portare avanti la candidatura di Eugenio Giani, la “sinistra” che ha deciso di partecipare al tavolo ma che tuttavia non vuole semplicemente ricoprire il ruolo del portatore d’acqua su decisioni già prese dal partito maggiore e l’area cosiddetta laica e progressista, che vede, fra gli altri, +Europa, repubblicani, laburisti, Demos.
Ed è proprio per evitare la semplice “utile presenza”, che la questione della scelta del candidato, come espresso con forza in particolare dalla sinistra di Simone Siliani e Daniela Lastri, chiede che ci sia confronto e scelta. Tant’è vero che, per avere il nome, bisognerà aspettare ancora martedì, vale a dire, la prossima riunione del tavolo. Nel frattempo, la direzione regionale del Pd (che si riunisce stasera) porterà all’attenzione della coalizione il proprio candidato, e dunque, a parte la sorpresa sempre possibile dell’ultima ora, Eugenio Giani, presidente dell’attuale consiglio regionale, mentre dal canto suo la sinistra 2020 potrà “opporre” un proprio candidato, che ragionevolmente si può pensare non sia un politico di lungo corso, ma qualche rappresentante “pesante” e credibile della società civile. Per quanto riguarda la terza forza, l’area laico-progressista, è ancora in corso la discussione se presentare una propria candidatura: non tanto a livello oppositivo tuttavia, quanto per staccare una sorta di ticket di cui tenere conto, una volta, e se, la coalizione fosse chiamata a costruire un governo regionale.
Mentre il tavolo del centrosinistra si allunga, a “sinistra sinistra” la situazione comincia a muoversi. Intanto, fra i grandi attori, sicuramente a tenere il pallino potrebbe essere Sì Toscana a Sinistra, che potrebbe riproporre una “lista Fattori”. Che però potrebbe non essere molto amata, per storiche diatribe, da Rifondazione Comunista, che purtuttavia guarda con favore a una lista unitaria fortemente identitaria della Sinistra. Senza contare che c’è ancora l’incognita di Potere al Popolo, che dovrebbe decidere sulla sua partecipazione alle regionali in coalizione con la consultazione della base, fissata per domenica 15 dicembre. Un esito che vede due punti irrinunciabili per la partecipazione di Pap all’eventuale lista di Sinistra unitaria, vale a dire la reale natura alternativa al centrosinistra, con l’assicurazione che, se si giungesse a un eventuale ballottaggio fra centro destra e centro sinistra “non venga data nessuna indicazione di voto”, come si legge nella nota diffusa oggi. Secondo “paletto”, se gli aderenti di Pap decideranno per una eventuale lista unitaria, “questa non dovrà rappresentare una sterile sommatoria di sigle, ma dovrà essere decisa insieme e non imposta, anche nell’impostazione di fondo – dunque anche nel nome e nel simbolo – tenendo conto della eventuale presenza di Pap”. Insomma, se lista unitaria sarà, lo sia davvero, dicono da Pap, con la partecipazione completa di tutte le forze che la compongono.
E fra le forze che potrebbero confluire, sarà importante anche la valutazione cui giungerà il gruppo della “sinistra civica” di cui è espressione Firenze Città Aperta e i vari gruppi, comitati, movimenti sparsi in Toscana. Per quanto riguarda Firenze Città Aperta, sarà anche questa questione all’ordine del giorno che verrà affrontato martedì prossimo, in una assemblea pubblica all’Arci in piazza dei Ciompi.
Senza contare, alla fine, che ci sono due punti che aleggiano sulle regionali toscane, per tutti i competitori in campo, vale a dire da un lato, i risultati dell’Emilia Romagna, dall’altro, la grande ombra delle Sardine. Potrebbe accadere, anche al di là delle dichiarazioni, che qualche Sardina decidesse di candidarsi. Quanto sposterebbe? Che forza avrebbe? Decideranno di misurarsi in qualche modo nella corsa elettorale? Senza contare, infine, che ancora è in piedi il rebus M5S, con il suo elettorato estremamente volatile.