Regionali, Defranceschi si candida benché indagato

Appoggio dal sindaco di Parma Pizzarotti, che contesta la norma del M5S anti-inquisiti: “Non possiamo perdere Andrea”.

Andrea Defranceschi, unico consigliere regionale uscente del M5S, si ricandida. Nonostante uno degli ultimi diktat del blog di Grillo, che escluderebbe la candidatura anche agli “inquisiti”. Ma con l’appoggio del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, secondo il quale non basta essere indagati per restare esclusi dalle candidature: dipende dal lavoro che si è fatto e dalla trasparenza dimostrata.

Concordo con la linea di Andrea Defranceschi. Un conto – spiega Pizzarotti all’Ansa – è essere indagato, un conto è essere all’interno di un processo. Visto il valore dimostrato in questi cinque anni non possiamo perderlo per una norma uscita adesso”.

Il sindaco ha ricordato anche come la norma anti-inquisiti “in altri casi, penso ad esempio alle querele, non era mai stata attuata”. Quanto al procedimento che coinvolge il consigliere uscente, Pizzarotti ha ricordato che “Defranceschi, fin dal primo giorno, ha sempre pubblicato tutte le spese. Se uno ha controllato, può farsi un’ idea. Io sono sempre per dare la possibilità ad Andrea di concorrere, sarebbe un ottimo presidente della Regione”. Tra l’altro, ha aggiunto Pizzarotti, per quanto riguarda le azioni legali “forse per dare lavoro ai tanti avvocati, l’Italia sta somigliando all’America. Ti querelo, ti faccio una causa per ogni cosa”.

Durissima, sempre in difesa di Defranceschi, la parlamentare emiliano romagnola Elisa Bulgarelli. “Ancora una elezione, ancora una clausola ‘casualmente’ ad personam [la norma anti-inquisiti, ndr] – scrive la senatrice in un post su facebook. Non pensavo che le persone in gamba facessero paura e anche questo non è da movimento. Non riusciamo a dare una visione di quello che stiamo costruendo perché, nella bellissima visione del Movimento, qualcuno non vede la libertà di espressione e la condivisione – prosegue la Bulgarelli – ma solo l’unica e monolitica proiezione delle proprie miserie umane“.

Ora si attende l’eventuale replica dal blog, che annunciando le candidature per le regionali era stato perentorio: “Chi è condannato o inquisito non può correre per le regionali del Movimento 5 Stelle”. Defranceschi risulta indagato dalla Procura di Bologna per l’inchiesta sulle spese pazze, insieme a tutti i capigruppo del consiglio regionale. A maggio scorso il consigliere era già stato nel mirino della Corte dei Conti che gli contestava 22mila euro: delibera poi annullata e che aveva permesso la riammissione di Defranceschi tra le file dei 5 Stelle (per le indagini dei giudici contabili era stato sospeso da Grillo).

Anche il consigliere uscente è stato chiaro: “Sì, mi sono candidato. Per la precisione, ho cliccato appena aperte le liste, prima di far caso all’introduzione del nuovo parametro di selezione. Quello di inquisito. Il mio casellario giudiziale è pulito, vi vengono iscritti solo procedimenti penali in corso. Cosa che io non ho”.

A tal proposito, dalla sezione 5 Stelle di Monzuno è partita la richiesta di cancellare dal regolamento di selezione online la voce che impedisce agli inquisiti di correre alle elezioni. Sempre che Grillo e Casaleggio vogliano tenerne conto.

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