Reggio: la pakistana è comunità da quasi 7 milioni di euro annui da “rimettere” in patria

Secondo i dati di Bankitalia la comunità Pakistana di Reggio Emilia, con un totale di 6,79 milioni di euro, è in testa alla classifica delle ‘rimesse’, ovvero delle quantità di denaro che gli immigrati nella nostra provincia inviano alla madrepatria. Al secondo posto si collocano i cinesi con 6,47 milioni di euro; al terzo posto l’India con 5,77 milioni. Al quarto posto la Georgia, con 3,78 milioni, che precede il Marocco con 3,66. Al sesto posto la Romania con 3,39 milioni, poi l’Ucraina con 1,96 milioni, il Senegal con 1,57, l’Albania con 1,50, lo Sri Lanka con 1,34 e il Ghana con 1,23. Va sottolineato che Bankitalia riceve ed elabora i dati dai canali ufficiali: ovvero quelli che finiscono nella statistica sono i soldi che passano attraverso la rete delle banche, degli uffici postali e dei money transfer. Nulla si sa invece dei canali informali: ovvero tutto quello che passa attraverso parenti, amici, organizzazioni varie ed eventuali.

I dati sono del 2016, anno in cui in totale le rimesse ammontavano a 51,47 milioni di euro. La somma totale delle rimesse è in calo da diversi anni: basti pensare che nl 2011 la Cina da sola era in testa con 25 milioni di euro di rimesse. Nel 2014 il totale era di circa 61 milioni, nel 2013 60, nel 2012 67, nel 2011 79 milioni. Interessante verificare l’andamento delle rimesse per singole nazionalità: Pakistan e India hanno avuto una crescita graduale delle rimesse; mentre la Cina dal 2008 al 2011 ha avuto un’impennata da 2 milioni a 25 milioni, per poi crollare di nuovo a sei milioni nel 2016. Analogamente sorprende il balzo in avanti della Georgia: partiva da 170mila euro nel 2005, per toccare un apice di 4 milioni e mezzo nel 2011 e poi scendere di nuovo progressivamente. In calo anche le rimesse verso uno stato demograficamente ben rappresentato come la Nigeria (solo 670mila euro rimandati al paese di origine nel 2006).

In generale questi dati non devono sorprendere: alcune di queste cifre, visto il loro andamento anomalo, possono essere legate anche all’attività di gruppi criminali. Come spiegato pochi mesi fa da una analisi del Corriere della Sera sui dati nazionali, il crollo delle rimesse in Cina (meno 70% dal 2012 al 2016) lascia pensare che possa esserci una correlazione con le segnalazioni all’unità di informazione finanziaria di Bankitalia che monitora i casi di presunto riciclaggio. In questi ultimi anni, poi, non va dimenticato che è cambiata la normativa: non si possono rimandare a casa più di mille euro a settimana. Diversi i casi sospetti, in cui le stesse persone si recavano al money transfer con identità diverse: questo ha causato una serie di stop precauzionali alle operazioni.

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