Non sarà una gran cifra ma un tempo, quando il dibattito pubblico sulle consulenze era molto caldo, avrebbe comunque meritato un titolo. Specie in questi mesi quando il parlare di malavita e antimafia sta diventando una sorta di manifesto esistenziale.
Si tratta comunque di 2300 euro che una determinazione dirigenziale (dirigente il comandante della Municipale Antonio Russo), ha affidato in data 29 ottobre all’associazione culturale Cortocircuito il cui leader Elia Minari è balzato agli onori della cronaca dalla sera alla mattina dopo un servizio web in cui sostanzialmente ha fatto fare una figuraccia al sindaco di Brescello Marcello Coffrini, reo di aver dato del bravo ragazzo a un Grande Aracri. Per cui si trova ancora i commissari in comune che scartabellano da mesi alla ricerca del livello di mafiosità presente da quelle parti.
Soldi affidati nell’ambito del progetto “Tenere la guardia alta: una città contro le mafie”. Per aggiornare di fatto il “media-cross multimediale” “Reggiocontrolemafie.it”, appurato che non sussistono, si legge sempre nella determinazione, nell’ambito della struttura dell’ente (il comune, ndr) risorse e professionalità che possano renddre in tempi medio brevi le suindicate prestazioni.
Questa testata, nel pieno rispetto e nella grande ammirazione di chi svolge effettivamente un lavoro di intelligence e di repressione dei fenomeni malavitosi, ha da subito sostenuto la tesi che una gabibbata o giù di lì come quella dei pur volenterosi ragazzi di Cortocircuito, non dovrebbe venir presa ad emblema della lotta alla criminalità. Nella grancassa mediatica facile a bollare gli uni come eroi, gli altri come cattivi. Il rischio della trasformazione a tavolino di soggetti qualsiasi in professionisti del’antimafia è dietro l’angolo. Pena lo sminuire appunto il servizio di chi ha ottenuto e ottiene quotidianamente risultati in questo difficilissimo e delicatissimo campo.