Incontro partecipato stamattina alla Libreria Ariosto, quello organizzato da Reggio città aperta sul tema bollette acqua e Iren. Francesco Fantuzzi ha posto tre questioni fondamentali, cui nessuno sta attualmente rispondendo. La prima: a quasi tre anni dopo il referendum, Iren continua ad addebitare nella bolletta dell’acqua un profitto non dovuto (11,50% nel 2013), i cittadini continuano a pagarlo e la politica tace e acconsente che l’Authority (che essa stessa nomina) aggiri l’esito referendario reintroducendo la remunerazione del capitale investito. Anche la ripubblicizzazione del servizio idrico rischia di rivelarsi l’ennesimo bancomat per la collettività: è stato ipotizzato un costo di 103 milioni di euro per ricomprare ciò che era già nostro, e nessuno dice nulla.
Infine, l’ex Sindaco Delrio sapeva perfettamente che la creazione di Enia prima e Iren dopo sarebbe stata contro gli interessi dei cittadini, ma ha proceduto egualmente su quella strada, chissà per quali fini, e se ne deve prendere la responsabilità. Emilio Levati ha invece parlato di bollette, della loro opacità e della necessità di introdurre profondi cambiamenti, come l’attivazione da parte di Iren dei contatori intelligenti, per fatturare i consumi effettivi e non quelli presunti (proposta a costo 0, essendo un bando AEEG) e l’incentivazione dell’uso di contatori individuali, per evitare
il problema nei condomini di coloro che non pagando inguaiano anche i virtuosi.
Che cosa farà dunque RCA? Richiederà a Iren, oltre all’attivazione degli strumenti sopra citati, la differenziazione della tariffa in base alle indicazioni ONU e alla proposta di legge del 2007 (primi 50 lt. più convenienti, oltre più costosi) e appoggerà Emilio Levati nel praticare l’autoriduzione dell’11,50% alle proprie bollette, per veder riconosciuto il nostro diritto sancito dal referendum.