Negli ambienti che contano, dunque quelli che noi non frequentiamo, era un po’ il segreto di Pulcinella. Tutti erano certi che dietro al foglio semi-clandestino, già attenzionato dalla Polizia locale manco fosse una pubblicazione carbonara con chissà quali finalità di cartacea eversione, anzi derisione, ci fosse il grafico Stefano Salsi.
Oggi però, lo stesso Salsi, a fresca redistribuzione nei bar e limitrofi, dello stesso “Reggio 15”, nato dalle altrui ceneri con tanto di direttore responsabile ed editor in chief lo stesso grafico, dunque in piena operazione trasparenza, ci fa sapere che lui, o loro, col recente predecessore non c’entravano un bel niente. Ed il segreto di Pulcinella resta tale, col rischio che a svelare il non si sa quanto arcano mistero, sia prima o poi la Procura di Reggio.
Il foglio bicromato cade, guardacaso, a ridosso delle amministrative o giù di lì, quando sul fronte centrosinistro tutto prosegue a tacere. Intorno al foglietto salsiano continuano però anche ad accavallarsi alcuni rumors. Uno, particolarmente accreditato, sostiene che alla redazione del giornale non siano estranei ambienti molto vicini al sindaco uscente Luca Vecchi.
Oltre alla resurrezione di capodanno del giornale, tra gli striminziti contenuti tutti foto da ridere a crepapelle (si fa per dire), spicca però anche una notizia. O roba simile. La prima pagina infatti, col consueto ghirigori di fotomontaggi, ci offre l’ex assessora Valeria Montanari che, brandendo una katana, sarebbe pronta a scompaginare le carte (che il Pd continua a coprire di brutto) in tavola del mazzo dei candidati sindaco. Probabilità che a noi pare assai remota. Vuoi perché la Montanari se ne andò dalla seconda giunta Vecchi dopo un anno circa di mandato (per entrare nello staff regionale dell’assessore Alessio Mammi), si dice per incomprensioni con alcuni dirigenti comunali d’area cattodem, vuoi perché la lista con cui si presentò alle elezioni in appoggio a Vecchi, “Fare – Quartieri e frazioni”, ottenne la non esaltante percentuale dello 0,5%.
Parrebbe in realtà l’ennesimo nome estratto dal cilindro taciturno e confusionario di alcuni maggiorenti per ribadire la loro contrarietà alle primarie ed affossare il “candidato naturale” Lanfranco de Franco, trovandogli un’alternativa a sinistra. Un’altra perla del giornale è poi la foto dell’avvocato Luca Tadolini, noto esponente della destra radicale, con la maschera di Tarquini, noto moderato centrista anche un po’ liberal. Un po’ come se la destra dicesse che a Reggio ci sono ancora i comunisti che mangiano i bambini. Certo che se quelli del Pattone Pd pensano di fare campagna elettorale per celebrare i fasti del loro ventennio gridando al lupo al lupo, se perdiamo arrivano i “Fasisti” (senza “c alla reggiana), è la volta buona che alle amministrative ci si diverte davvero.
I giornali di satira politica non sono certo una novità, ma uno che parrebbe ispirato dal potere (notoriamente Salsi, cattolico di area Delrio, da molti anni gravita attorno al Pattone, con fior di consulenze pubbliche e parapubbliche, ottenute ovviamente per indiscussi meriti professionali) per bastonare gli avversari, a Reggio mancava. Probabilmente Reggio ne avrebbe fatto pure a meno ma rappresenta pur sempre un notevole progresso rispetto a non molti anni fa, quando il potere reggiano per colpire gli avversari, si ispirava a modelli (Stalin, Togliatti, Che Guevara, Arafat, Mao Tze Tung, Prospero Gallinari), che avevano un senso dello humor assai più rozzo.
Ma così il famoso “processo partecipato” di scelta del candidato sindaco del Pd, annunciato dal segretario Massimo Gazza, è talmente partecipato che da due mesi da via Gandhi (sede del Pd reggiano) tutto tace (filtrano solo rari gossip e pseudosondaggi pilotati) ed i giornali locali sono costretti a fare interviste e servizi sul giornalino sedicente satirico del grafico Salsi.