Riceviamo e pubblichiamo:
” In seguito all’imbarazzante iniziativa promossa da Federico Gelli, del Partito Democratico, con il supporto del direttore generale di Careggi, a sostegno del sì al referendum del 4 dicembre, abbiamo letto con preoccupazione della campagna per la nascita di comitati in ambito sanitario, su spinta dello stesso PD. Intanto siamo contenti che venga implicitamente riconosciuto lo stretto legame tra questioni sociali ed impianto costituzionale.
Nel presentare e portare avanti la nostra campagna politica “le ragioni di classe del no” ci è capitato di essere accusati, da alcuni del “fronte del sì”, di essere strumentali, perché parliamo anche di lavoro, scuola, sanità, pensioni e cultura. Evidentemente erano critiche gratuite e prive di fondamento.
Non vogliamo qui argomentare sull’esistenza delle classi sociali, segnaliamo però come sia problematica l’idea di promuovere in un luogo di lavoro dei comitati che danno indicazione di voto coinvolgendo sia i dirigenti che i lavoratori. Per questioni di deontologia professionale e per un corretto confronto in qualsiasi contesto democratico, quale è la Repubblica Italiana, sarebbe certamente stato meglio evitare quanto è trapelato sulla stampa.
Per questo chiediamo a tutte le Organizzazioni Sindacali di promuovere, possibilmente in modo unitario, momenti di corretta informazione rispetto all’appuntamento referendario, magari in orario lavorativo, come assemblee sindacali, dato che gli infermieri, i medici e il personale tecnico non ha la stessa agibilità di tempo dei dirigenti aziendali.
Siamo ovviamente disponibili a prendere parte ad ogni iniziativa, ma ci interessa principalmente che si faccia fronte ad una gravissima iniziativa politica del Partito Democratico, che ostacola la discussione e non fa dei luoghi di lavoro spazi di confronto (utilizzandoli invece per la propaganda “di Governo”)”.