
Un referendum abrogativo contro il Jobs Act del “genio di Firenze” come l’ha chiamato ironicamente Maurizio Landini all’assemblea Fiom-Cgil di Cervia di Ravenna. Insomma lo scontro tra il governo del Rottamatore e il leader reggiano delle tute-blu è al suo apice.
Pochi giorni dopo la sua approvazione, tra gli applausi confindustriali e l’ira della Cgil, Landini lancia la sfida finale dando appuntamento ai sostenitori della sua coalizione per il 28 marzo a Roma quando, ha detto “sfilerà la primavera dei diritti nel nostro Paese”.
Maurizio Landini, che ha ribadito come non scenderà direttamente in politica, nel senso che non fonderà un altro partito, ha anche di nuovo sottolineato, come “si stiano riducendo gli spazi democratici del Paese”.
Insomma non tutti danni per finita la partita sulla Riforma renziana più contestata; negli ultimi cinque anni hanno chiuso 90mila imprese mentre un numero indefinibile di lavoratori non ha più nemmeno il paracadute degli ammortizzatoti sociali. Landini spera di radunarli il 28 di marzo sotto gli uffici del ministro Giuliano Poletti.