Reddito di cittadinanza, Toscana al nono posto

Firenze – Con quasi 36 mila domande  presentate per il reddito  di cittadinanza la Toscana si colloca al nono posto tra le Regioni italiane .  La precedono Campania, Sicilia, Lazio, Puglia, Lombardia, Calabria, Piemonte e Sardegna e ci seguono   Emilia Romagna, Veneto, Abruzzo, Liguria, Marche, Friuli, Basilicata, Umbria, Molise, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta.

Per quanto riguarda  la distinzione fra uomini e donne circa  20 mila sono state presentate da cittadini toscani (20402 ndr) e circa 15mila da cittadine toscane (152519 ndr). Un dato questo  in controtendenza rispetto al dato nazionale che vede prevalere le richieste fatte da donne (54%) su quelle presentate da uomini (46%).

Analizzando poi  i dati pubblicati dal Ministero del lavoro   il Presidente regionale delle Acli Giacomo Martelli  ritiene che essi presentino alcune luci e molte ombre.

“Si tratta di numeri che a nostro avviso – spiega Martelli- disegnano una verità parziale della situazione economica e sociale della Toscana che non è più da tempo Terra Felix. Infatti, – sottolinea il  Presidente delle Ali toscane – se da una parte è un elemento positivo che siano state stanziate tante risorse per una misura di sostegno a chi ne ha bisogno – molte più risorse di quante ne aveva a disposizione ad esempio il Reddito di Inclusione (Rei)- dall’altra anche questi numeri ci confermano le nostre preoccupazione su uno strumento che mischia logiche di aiuto a logiche di politiche attive del lavoro. E soprattutto non ci tolgono il dubbio che alla fine si corra il rischio di non aiutare tutti quelli che ne hanno bisogno, piuttosto che di condurre verso una occupazione stabile e di qualità chi è senza un lavoro o ne ha uno instabile e precario. Per essere poi una misura di politica attiva destinata ad aumentare l’occupazione, colpisce lo scarso numero di giovani coinvolti che contrasta con l’alto numero di giovani disoccupati”.

“Il Reddito di Cittadinanza – aggiunge Giacomo così come è stato predisposto infatti ha dei paletti che vanno a punire proprio i più deboli, come coloro che proprio per lo stato di indigenza non dispongono di una residenza. In più, fissa criteri che escludono molte famiglie toscane che superano di poco i rigidi tetti su Isee e patrimonio previsti dalla legge”.

“Di fronte a quelle 35 mila domande di RdC infatti – conclude Martelli – non possiamo dimenticare che oggi in Toscana ci sono 62 mila famiglie, pari a 140 mila persone, che vivono in povertà assoluta e ben 59 mila, pari ad altre 110 mila persone, che vivono in povertà relativa. E sinceramente  -sottolinea ancora Martelli non pensiamo che queste persone si siano arricchite improvvisamente”.

 

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