Recessione da coronavirus per le economie europee

Parigi – Il coronavirus ha fatto entrare la Francia in recessione con un calo del PIL nel primo trimestre del 2020 del 6%, il risultato peggiore dal 1945.  Nella sua prima inchiesta congiunturale, la Banca di Francia avverte pure che ogni due settimane di confinamento peseranno circa l’1,5% del livello annuale del PIL senza contare un 1% supplementare del deficit pubblico.

La banca centrale d’oltralpe precisa non bisogna “estrapolare” queste cifre perché  le conseguenze dell’epidemia possono evolversi con la durata del confinamento. La ‘”clausura”, giunta oggi al suo 23/mo giorno, ufficialmente è prevista fino al 15 aprile, ma tutti si aspettano tempi molto più lunghi senza pronostici  sulla data dell’uscita dalle quattro mura.

Il calo del primo trimestre che segue quello dello 0,1% del quarto del 2019, è legato al forte calo di attività (-32%)  avvertito soprattutto nei settori dell’edilizia, del commercio, dei trasporti, della ristorazione.

All’inizio di marzo la Banque de France aveva previsto una crescita dello 0,1%.  Tra dicembre e gennaio la Francia aveva dovuto affrontare un devastante sciopero durato una quarantina di giorni per protestare contro una riforma del sistema pensionistico.

Mentre si intensificano le ricerche degli strumenti finanziari adatti a far fronte alla crisi economica considerata più grave di quella  del 2008, il numero dei cassaintegrati ha raggiunto in Francia i 6,3 milioni. Le aziende che hanno chiesto di poter ricorrere alla cassa integrazione sono 566.000.  Il costo previsto quando non avevano ancora raggiunto i 6 milioni era stato valutato a 19 miliardi, di cui due terzi a carico dello stato.

Se la Francia piange, il resto del mondo ha poco da rallegrarsi. L’Ocse predice oggi il più forte calo mensile di attività in gran parte dei paesi industrializzati,  sottolineando anche come le conseguenze negative  saranno chiaramente strettamente legate alla durata dell’arresto delle attività . Sempre oggi l’Organizzazione Mondiale del commercio registrerà una contrazione degli scambi che potrebbe raggiungere globalmente il 32%. Una contrazione che probabilmente penalizzerà soprattutto il Nord America e l’Asia, con previsioni che si aggirano tra il 36 e il 40% . Anche  l’Europa dovrebbe essere penalizzata da una riduzione del flusso commerciale di circa il 30%.

C’è da augurarsi che questo flusso di cattive notizie pungoli domani l’Eurogruppo a trovare finalmente un accordo su come battersi contro la pandemia che piaccia anche ai capi di governo dei 27.

 

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