Firenze – Mario Razzanelli non demorde e va avanti. Dopo la bocciatura del ricorso al Tar contro la futura linea della Tramvia che dovrebbe unire Piazza Libertà con Bagno a Ripoli, il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Vecchio nei giorni scorsi ha fatto ricorso al Consiglio di Stato per via del fortissimo impatto ambientale che avrebbe sulla città spalleggiato anche da Lega, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle che già avevano condiviso una mozione nella quale si invita il sindaco Dario Nardella a promuovere una forma di consultazione popolare nei quartieri interessati al passaggio della Variante al Centro Storico e della linea tramviaria 3.2.1 Libertà –Bagno a Ripoli “per sapere se condividono la realizzazione di questa infrastruttura”. “Nardella – dice Razzanelli – si dimentica che c’è stato un referendum che ha bocciato la linea 3 della tramvia. La maggioranza in Palazzo Vecchio si è detta contraria a sentire l’opinione dei fiorentini che abitano dove passerebbe la tramvia. Se questa consultazione desse invece esito favorevole fermerei la mia battaglia. Vorrebbe dire che hanno cambiato opinione rispetto al referendum. I dati che abbiamo invece ci confermano che i cittadini che vivono e lavorano in viale Giannotti e nei viali di circonvallazione non vogliono la tramvia perché bloccherebbe la città. Basta vedere quel che è accaduto e sta accadendo in questi giorni in piazza della Libertà”.
Il vero nodo però, secondo Razzanelli, è che per cercare di liberare viale Giannotti dal traffico, il progetto prevedrebbe una spesa di 60 milioni per la costruzione di un nuovo ponte sull’Arno che non darà nessun contributo ma addirittura ingolferà il lungarno Colombo. “Abbiamo presentato anche dei progetti alternatici – continua l’esponente di minoranza – come il tram cinese senza rotaie e senza fili che viaggia con le batterie, ma non sono stati presi in considerazione. Il progetto della tramvia a Firenze è vecchio, i veicoli sono vecchi e rumorosi. Non è mai stata presa mai in considerazione la possibilità della monorotaria che garantirebbe minori costi e minori tempi di realizzazione. Inoltre, su queste linee non mai stata fatta la Valutazione d’impatto ambientale. Com’è possibile che si possa costruire una tramvia così impattante per la circolazione in città senza aver prima fatto la Via? Alcune criticità sono state evidenziate anche da Arpat: la componente atmosfera, il rumore, le vibrazioni, l’elettromagnetismo ed i rifiuti”.
Pronto è anche il ricorso contro il cosiddetto peduncolo del centro storico che negli intendimenti dell’amministrazione dovrebbe unire piazza Libertà con via martelli e dunque il Duomo, passando all’andata da via Cavour e al ritorno da via Lamarmora. “Anche i favorevoli alla tramvia non vogliono che passi un treno da via Cavour – conclude -. Per collegare via Cavour con la Prefettura si potrebbero mettere dei bussini elettrici che risolverebbero tanti problemi senza rovinare una strada storica l’amministrazione comunale dovrebbe fermarsi per ascoltare tutti e capire quali sono i danni che si creerebbero con i tracciati previsti”.