Firenze – Il dato che emerge immediatamente agli occhi, quando si scorre il quinto Rapporto sulla povertà presentato oggi, 10 febbraio, dalla Regione Toscana, è che, con la pandemia in corso e alle porte di un’altra gravissima emergenza che è quella energetica che aumenterà in modo non ancora del tutto prevedibile le bollette dell’energia per famiglie e imprese, è che ben 98.129, pari al 5,9% del totale, di famiglie toscane senza interventi di sostegno al reddito, si sarebbero trovate in povertà assoluta nella lotta col covid. Secondo i dati del rapporto infatti le misure di intervento sono riuscite a scongiurare questo scenario almeno in buona parte riducendo questo numero di oltre 40.000 unità e di oltre 2,6 punti percentuali: e così nel 2020 le famiglie povere sono state 54.767, pari al 3,3%, circa mille in più dell’anno precedente (3,2).
Fra gli strumenti che hanno portato a un risultato perlomeno di contenimento dell’onda lunga socio-economica dovuta all’impatto pandemico, tenendo conto anche del fatto in Toscana nel 2020, il Pil è sceso del 12%, ben 3 punti in più della media nazionale, vi sono la Cassa integrazione guadagni (Cig), le indennità una tantum e il Reddito di emergenza (Rem). Senza contare che uno degli strumenti più efficaci si è rivelato il Reddito di cittadinanza, istituito un anno prima della pandemia, che ha ridotto la povertà in Toscana di 0,7 punti percentuali nel 2019 e di un punto nel 2020.
“Il reddito di cittadinanza ha sostanzialmente ridotto la possibilità per le persone di finire sotto una soglia di povertà importante – -sottolinea l’assessora Serena Spinelli – anche se non si evidenzia dai dati dell’Irpet che peraltro analizzano anche una parte di dati del 2021, un minore accesso al tema lavoro, come parte della politica sembra rilanciare con insistenza”. In altre parole: non risulta affatto che chi percepisce il reddito di cittadinanza tiri i remi in barca e non cerchi più, o addirittura rifiuti, il lavoro.
“Non è così, anzi, registriamo un aumento dello 0,6% delle giornate lavorative mensili – continua Spinelli – il tema vero è individuare come continuare a lavorare col reddito di cittadinanza come strumento che si collega alle opportunità di inserimento lavorativo reale, quindi a tutto quello che sono le misure legate al lavoro. Peraltro, la Regione Toscana è una delle Regioni più avanti per quanto riguarda i cosiddetti piani di utilità collettiva, che rappresentano il matching fra reddito di cittadinanza e impegno delle persone che ne usufruiscono. Sottolineo anche il fatto che emerge un 37% di persone che per la prima volta hanno chiesto il reddito di cittadinanza. Posso dire che esiste un tema del reddito in questo paese e tutti gli strumenti che possiamo mettere in campo sono strumenti che ci consentono di afforntare la situazione. D’altro canto lo ha detto anche il nostro presidente della Repubblica: le disuguaglianze non sono il prezzo che dobbiamo pagare allo sviluppo, ma sono un tema di disgregazione delle nostre comunità, di crisi dell’inclusione sociale e di rischio per la democrazia, disuguaglianze che peraltro si stanno abbattendo fortemente su due target della popolazione, le donne e soprattutto i giovani dai 25 ai 34 anni di età, oltre agli stranieri che sono nostri cittadini a tutti gli effetti, dopo che si trovano in Italia da molti anni e producono gran parte del nostro reddito”.
Un altro dato significativo del Rapporto emerge dalla ricerca Irpet che scavalla il 2020 e si aggancia al 2021, effettuata nel settembre dell’anno scorso su un campione rappresentativo. Secondo Irpet infatti, alla domanda su come gli intervistati percepissero la propria situazione economica, il 13% dei toscani ha definito la propria condizione economica come ‘povera’, l’8% ha dichiarato di avere grandi difficoltà ad arrivare a fine mese mentre il 9% ha registrato nel 2020 un peggioramento della propria situazione economica rispetto al 2019.
Sempre secondo Irpet, le tipologie di nucleo più colpite nella propria situazione economica sono quelle single e, soprattutto, quelle numerose. Le province di residenza in cui risulta più elevata la quota di famiglie con situazione economica molto peggiorata risultano essere Massa Carrara, Lucca e Firenze.
Altro indice delle difficoltà vissute da vasti strati della popolazione viene da alcuni indicatori presentati nel Rapporto in relazione agli aiuti alimentari per le fasce più indigenti: tra il 2019 e il 2021 l’aiuto alimentare in Toscana è cresciuto del 13,3%; nel 2020, in Toscana sono stati distribuiti generi alimentari per un valore di 3,9 milioni di euro.
Infine, l’imminente questione energetica, o meglio, “il caro bollette”. Su questo, peraltro, gli enti locali allargano le braccia: l’unica speranza, segnala Spinelli, “dal momento che siamo inifluenti sui costi”, è che “ci sia un intervento nazionale che ci destini una progettualità specifica dal momento che noi interveniamo sul tema di disagio complessivo. Non c’è una misura a sportello che vada a rispondere nello specifico”.