La brutale dittatura islamista di rito sciita degli ayatollah iraniani, che opprime il paese da 44 anni, continua a mietere vittime. Nel solo mese di luglio 2023 sono state ben 61 le persone giustiziate tramite impiccagione dal regime di Tehran. Erano state 52 in giugno. L’ultima ondata di impiccagioni due giorni fa. Le vittime sono condannate a morte, secondo il regime, prevalentemente per reati quali il traffico di droga e l’omicidio. Sarebbero “solo” 3 – ma il dato ovviamente è falso – i giustiziati per reati politici. In realtà oltre il 50% dei giustiziati appartiene a minoranze etniche, ovvero beluci, afghani, turco-azeri e curdi. La repressione continua spietata anche nelle università, dove migliaia di studenti che hanno partecipato alle proteste contro l’imposizione dell’hijab alle donne continuano a sparire nelle prigioni dei “mujaiddin del popolo”, la famigerata polizia degli ayatollah. Il regime iraniano è il principale alleato del dittatore siriano Assad ed è il principale sostenitore di organizzazioni terroristiche quali Hezbollah in Libano e Hamas a Gaza. L’Iran è anche il principale fornitore di droni militari alla Russia di Putin, che usa gli ‘Shahed’ per bombardare notte e giorno le città dell’Ucraina.