Firenze – Il prossimo 15 gennaio presso la Basilica di Santa Croce, il Quintetto Polifonico Italiano “Clemente Terni” eseguirà «La memoria musicale di Dante nel “De Vulgari Eloquentia” e nella “Commedia”», uno spettacolo che prende spunto dalle citazioni musicale dirette e indirette presenti nell’opera di Dante. Saranno eseguite musiche di Notker Balbulus, Peire Cardenal, Berenguer de Palou, Thibaut de Champagne, Gace Brulé, Arnaut Daniel e di vari anonimi, nella trascrizione di Clemente Terni
Introducono Padre Antonio di Marcantonio ed Eugenio Giani, presidente della Società Dantesca Italiana, che per l’occasione illustrerà alla cittadinanza le iniziative del 750° anniversario della nascita del nostro poeta più universale.
Il programma del concerto sviluppa il tema, affascinante e raramente indagato, del retroterra musicale che fece da sfondo alla vita di Dante, la cui eco si riverbera sovente nelle sue opere, sia in citazioni dirette che in influenze ipotizzabili. Giova ricordare che la poesia medievale era di fatto musica, non solo perché veniva quasi sempre intonata, ma anche per la natura delle sue strutture formali, fondate sul numerus (“numero delle parti”, scrive Dante nel Convivio) , che era di competenza della Musica come scienza del Quadrivio.
Il progetto esecutivo de La memoria musicale di Dante nasce da uno studio commissionato negli anni Ottanta al M° Clemente Terni dalla Società Dantesca Italiana; da questo scaturì la versione da concerto. Vi si trovano luoghi cruciali della Commedia e del De Vulgari Eloquentia associati a canti del repertorio liturgico e paraliturgico, ad alcune laude cortonesi, a melodie attinte dal repertorio dei trovatori. In alcuni casi il riferimento di Dante a composizioni ben precise è diretto; in altri invece è il Maestro Terni ad individuare la relazione fra il contenuto e la forma della poesia dantesca e le musiche alle quali il poeta avrebbe attinto o fatto più o meno esplicito richiamo; in altri casi ancora le citazioni poetico-musicali introdotte da Dante vengono associate a intonazioni coeve, secondo un uso ampiamente documentato dalle fonti. L’incipit stesso della Commedia sembra tener conto del canto Media vita in morte sumus, il cui testo è così riconoscibile nelle prime tre terzine. Ad esempio nella canzone di Casella (Amor che nella mente mi ragiona) è stato invece immaginato che potesse essere intonato su una melodia di Peire Cardenal (trovatore provenzale del sec. XIII). Per quanto riguarda il Padre nostro è ipotizzabile che Terni abbia voluto liberamente «comporre» una salmodia fatta di semplicità formale (il canto si sviluppa su una sola nota) e di grande efficacia declamatoria. Sembra in conclusione che Terni, alla luce della sua grande conoscenza filologica e musicale, abbia da un lato individuato quei riferimenti musicali per amor di studio ma si sia poi abbandonato, da vero artista qual era, ad una «ri-composizione» di un percorso di atmosfere evocative musicali, quasi a dar «immagine sonora» alle diverse ambientazioni dantesche.
Quintetto Polifonico Italiano “Clemente Terni” condotto da Guglielmo Visibelli
Lorena Giacomini: soprano; Costanza Redini: contralto;
Gualtiero Spini: tenore; Saverio Bambi: baritono; Guglielmo Visibelli: basso
Il Quintetto Polifonico Italiano “Clemente Terni”, formato nel 2004 da Guglielmo Visibelli, si pone nel solco tracciato dall’esperienza concertistico-vocale del “Quintetto Polifonico Italiano” fondato da Clemente Terni, compositore, musicologo, organista e cantante (1918-2004). Il Quintetto Polifonico Italiano “Clemente Terni”, costituito da cantanti di varia estrazione e formazione musicale, si dedica principalmente al repertorio polifonico puro, a cappella, dai primi organa medievali al repertorio tardo-rinascimentale, passando attraverso la grande produzione sacra e profana dell’età d’oro del Rinascimento musicale italiano e spagnolo.
Caratteristica peculiare di questa formazione è una ricerca approfondita sul canto che, pur nella più rigorosa filologia, si distacca molto dall’ ideale di una “voce strumentale”. Si indaga, viceversa, una vocalità complessa, piena e completa, ricca di vitalità espressiva. Particolare cura viene messa nel definire la fusione e l’impasto tra le voci, affrontando gli stessi affascinanti enigmi sonori con cui si sono misurati i compositori antichi, che ben sapevano organizzare il suono secondo un’ampia prospettiva acustica e in una continua corrispondenza tra gli armonici delle voci e quelli sollecitati nell’ambiente. Parallelamente vi è una grande attenzione nel curare l’articolazione fonetico-vocale dei testi, in una realtà sonora in cui la musicalità metrica della parola è determinante. Tale ricerca di umanità e coerenza espressiva non manca mai di restituire la profonda poesia di questi tesori musicali, troppo facilmente connotati come lontani e complessi, e che possono invece stupire e commuovere per la capacità immediata di comunicare emozioni, pensieri ed immagini.
Il “Quintetto Polifonico Italiano” di Clemente Terni è stato, dal momento della sua creazione a fine anni Sessanta (successivamente al “Quartetto Polifonico Italiano” fondato nel 1950), veicolo interpretativo di una serie di eccezionali “riscoperte” musicali che, grazie a una prassi esecutiva finalmente rigorosa, venivano offerte a un vastissimo pubblico attraverso concerti che si sono posti come assolute pietre miliari del panorama musicale dell’epoca. Negli anni Settanta, attraverso questa formazione, sono stati restituiti in tempi moderni, con esecuzioni finalmente impeccabili e rispettose delle modalità compositive, i capolavori dei maggiori autori della scuola polifonica europea del ‘500 e del ‘600, nonchè di musica medievale, primo tra tutti il Laudario di Cortona, all’epoca pressochè ignorato. Per un quarantennio il Quintetto Polifonico Italiano, attraverso numerosi avvicendamenti che hanno portato all’attuale formazione, è stato lo strumento ideale e flessibile che ha dato voce a importantissimi studi musicologici, scoperte e riscoperte musicali. È stato ospite delle principali e più prestigiose rassegne concertistiche nazionali ed internazionali e, in tempi recenti, ha eseguito concerti all’interno di manifestazioni di grande spessore culturale ( Università di Monaco di Baviera, Basilica di Santa Croce a Firenze in occasione del Convegno Internazionale su Gregorio Magno, Società Dantesca di Firenze); ha inciso per la Società Editrice Dante Alighieri il CD La memoria musicale di Dante; ha eseguito musica nelle biblioteche storiche e in numerosi musei, ed è stato protagonista di molteplici eventi culturali, proseguendo nell’intento di stabilire un costante rapporto tra ricerca musicologia e appassionato impegno di divulgazione.
L’Istituto Clemente Terni – Associazione di cultura e prassi musicale è nato, con il beneplacito della Signora Elisa Aragone Terni, nel giugno 2011 per iniziativa di un gruppo di musicisti e persone di cultura che si riconoscono nella figura di Clemente Terni, musicista, storico, compositore, didatta; in particolare condividono e fanno propria l’idea di Musica come fenomeno espressivo non circoscrivibile al solo ambito estetico, ma come categoria sottesa a tanti aspetti del sapere e della cultura del passato e della contemporaneità. Per promuovere questo doppio itinerario opportunamente integrato, l’Associazione ha l’intento di dar vita, da un lato, a una serie di iniziative, concerti, seminari, incontri, conferenze, attività didattiche, e dall’altro di incrementare e promuovere le forze musicali nate per impulso del Maestro Terni e già attive: il Quintetto Polifonico Italiano “Clemente Terni” ed il Complesso Musica Instrumentalis.