È stato veramente un padre della patria, nel senso bello di questa immagine. Avendo avuto il privilegio di frequentarlo posso dire che rare persone come lui trasmettevano un senso di solidità etica, prima ancora che politica. Io cattolico-democratico ho incontrato in lui la figura del democratico, credente. Ne abbiamo parlato varie volte: lui apprezzava il cattolicesimo democratico ma mostrava con rispetto e discrezione la sua formazione di democratico formatosi alla scuola laica del suo grande maestro, Bruno Calogero.
Ricordo l’ultimo incontro, molto affettuoso di tre anni fa, ma ricordo i numerosi incontri a Palazzo Chigi (allora ero capo della segreteria politica della Dc) e al Quirinale (da segretario del Ppi). Fra questi ultimi ne voglio ricordare solo uno, il primo. Ero appena stato eletto segretario del partito quando mi telefona per complimentarsi e invitarmi l’indomani mattina al Quirinale, pregandomi di portargli il testo della mia relazione. Avevo infatti (nel 1999 ero forse l’unico segretario di partito a parlarne) affrontato il tema della crisi demografica. Un tema che lo aveva colpito. Mi chiese documentazione in proposito. Quattro giorni dopo, in visita ufficiale dal Papa il presidente della Repubblica italiana parlerà del problema delle “culle vuote”.
Di altro avrò forse occasione di parlare in altra occasione. Aggiungo solo una precisazione: stamattina il Corriere ospita una bella intervista di Veltroni sul percorso che portò alla sua elezione a presidente della repubblica, dicendo che il tutto si concluse con una cena tra lui, D’Alema e il sottoscritto. La cosa mi lusinga ovviamente, ma non è vera. Forse Walter si confonde con altre cene e altri incontri a casa sua in cui vennero prese decisioni pure molto importanti. Ma in questo caso non potevo essere io perché non ero ancora segretario del Ppi e stavo al parlamento europeo. Una semplice precisazione valida solo per chi dovesse riprendere la notizia.