Voglio esplicitare meglio quello che penso sulla questione delle banche e che non sono riuscito a dire, se non estrema sintesi, nella dichiarazione di voto sulla legge di stabilità, perché stava scadendo il tempo a mia disposizione.
E’ troppo facile per le opposizioni scegliere questo terreno di gioco, perché è chiaro che qualunque scelta faccia qualunque governo è una scelta criticabile.
Lo è se Il Governo lascia andare le cose secondo le regole stringenti di mercato, cioè se lascia che anche le banche falliscano: le ricadute sull’economia e sulla finanza sono sempre gravi, perché gli effetti non sono mai isolabili. D’altra parte è da un fallimento, quello di Lehman Brothers, che la crisi del 2008 ha avuto le conseguenze più gravi.
E’ criticabile se il Governo sceglie di salvare i correntisti, i risparmiatori e il personale e di far pagare i proprietari, cioè azionisti e obbligazionisti, perché tra questi vi sono anche soggetti deboli. Questa, che è stata la scelta del Governo Renzi, mi pare allo stato attuale la più giusta, insieme alla ricerca di forme di solidarietà verso i soggetti più deboli.
Non si è meno criticata la scelta fatta da diversi Stati in passato, di salvare le banche con risorse pubbliche, mettendo i costi a carico di tutti i contribuenti. In quei casi i proprietari erano diventati tutti banchieri e di nessuno si parlava come povero risparmiatore.
Troppo facile criticare. Ma quando si fanno speculazioni politiche su situazioni drammatiche il Paese se ne accorge.