AREZZO – Agosto, tempo di mare, montagna, relax e… arte contemporanea. Per chi ha scelto il territorio aretino come metà privilegiata per l’estate 2020, segnaliamo quattro personali in corso che appagheranno tutti i gusti.
Nel Museo Comunale di Lucignano, in Piazza del Tribunale 22, prosegue fino al 2 settembre “La terra (ri)trovata”, personale di pittura di Giuliano Censini. La mostra, patrocinata dalla Regione Toscana e dal Comune di Lucignano, con il contributo de La Ferroviaria Italiana, è l’occasione per ammirare la produzione di uno dei principali pittori toscani della sua generazione, in dialogo con il patrimonio artistico lucignanese. La pittura informale e materica di Censini tende a esaltare, in un intimo percorso, i segni di una terra plasmata dalla natura e dalla mano umana: la Val di Chiana. Un dialogo proiettato a celebrare il ritmo del tempo dove l’uomo idealizza il suo domani.
Il ristorante Falterona di Piazza Tanucci 9, a Stia, ospita fino al 30 settembre “Colori di rinascita”, mostra di pittura di Elia Fiumicelli a cura di Marco Botti. Il giovane artista stiano presenta, nel cuore del Casentino, opere di piccolo e grande formato, alcune delle quali nate durante i mesi di lockdown. Il visitatore troverà figure femminili e animali esotici eseguiti con una cifra stilistica distintiva, che attraverso le loro forme sinuose e i colori sgargianti vogliono trasmettere gioia di vivere e nuova fiducia nel futuro. All’interno del locale sono presenti anche delle sculture eseguite con materiali di riciclo che pongono l’attenzione anche sul tema ambientale, da sempre caro a Fiumicelli.
Al centro benessere Corpo e Mente di via Tanucci 21, ad Arezzo, è stata prorogata fino al 20 settembre “Genesis”, personale di pittura di Alessandra Romani a cura di Marco Botti. L’esposizione, promossa dall’associazione culturale AltreMenti in collaborazione con il ristorante agriturismo Badia Ficarolo, propone opere eseguite con acrilici e tecniche miste in cui le suggestioni per l’astrazione di Gerhard Richter, la pittura gestuale di Jackson Pollock, i colori eterei di Karen Hale e la versatilità di Pamela Kogen vanno a sintetizzare una formula originale e sorprendente. Si tratta delle prima mostra ufficiale della pittrice aretina.
Nella Sala Pieve del Museo della Fraternita dei Laici di Piazza Grande, ad Arezzo, prosegue “Le regine di carta”, mostra di Sara Lovari a cura di Marco Botti e Laura Davitti, prorogata per tutta l’estate. Protagoniste sono le opere di piccolo formato di un’artista casentinese apprezzata a livello internazionale da anni. Per l’occasione sono esposti lavori tratti dalla serie “Queen”, ovvero assemblage dal gusto rétro realizzati con la collage-scultura e la pitto-scultura, utilizzando acrilici, carta semplice, spartiti musicali, cartoline, stampe, libri e riviste d’epoca. Una personale che indaga il complesso pianeta femminile attraverso l’occhio privilegiato di un’artista originale, mettendone in luce bellezza, fascino e contraddizioni. In un apposito spazio all’interno della mostra è presente anche una selezione di stampe su carta pregiata firmate, arrivate direttamente dal nuovo atelier che Sara Lovari ha inaugurato, dopo la fine dell’emergenza sanitaria, a due passi dal Castello di Poppi.
(Nelle immagini, dall’alto in basso, le mostre in corso di Censini, Fiumicelli, Romani e Lovari)