Isola del Giglio (Grosseto) – Da quel tragico 13 gennaio del 2012 sono trascorsi, ormai, 4 anni. Il naufragio dell’isola del Giglio ha sparso fiumi d’inchiostro e occupato pagine di giornali, cartacei ed on-line. Ha catalizzato su di sè l’attenzione dell’opinione pubblica per mesi. Ha portato addirittura a parlare di “turismo dell’orrore” per l’aumento delle visite a quella che resta una delle isole più belle dell’Arcipelago toscano. Ma a 4 anni dall’incidente marittimo costato la vita a 33 persone (32 vittime del naufragio ed un sub spagnolo deceduto durante le operazioni sul relitto), il Giglio si sente di aver voltato veramente pagina. Almeno, questo, stando alle dichiarazioni del sindaco, Sergio Ortelli. Il primo cittadino – lo stesso sindaco che si trovò a fronteggiare la tragedia – ha infatti spiegato che i Gigliesi si sentono di aver posto la parola “fine” alla vicenda.
In realtà, nonostante la condanna di Schettino, molti restano i dubbi sul naufragio della Costa Concordia. Molto si dovrà ancora scrivere e leggere, purtroppo, su di una nottata di italica follia che resterà nella storia. La verità è una sola, alla fine dei conti: che con molta probabilità il peggior disastro della marineria italiana si sarebbe potuto evitare. E che, negli occhi dei passeggeri e degli abitanti del Giglio, quella nottata non verrà dimenticata.
A chi scrive ed a questa testata, sebbene non vi sia alcuna sensazionalistica notizia da dare quest’oggi, è piaciuto non passare sotto silenzio il quarto anniversario del naufragio della Costa Concordia. Un evento che – volenti o nolenti – resta per tutti i cittadini toscani, anche per chi svolge la professiona giornalistica, un evento di portata epocale.
Nella mattinata di oggi il forte vento di maestrale che soffiava sull’Arcipelago toscano ha bloccato i traghetti per l’isola del Giglio. Il vescovo di Grosseto, Giovanni Roncari, non si è così potuto recare sull’isola per la celebrazione della messa in ricordo delle vittime della Concordia. La funzione è stata officiata a Porto Santo Stefano, alla presenza di Gregorio De Falco, l’ufficiale della Capitaneria di Porto di Livorno che coordinò le operazioni di soccorso il 13 gennaio 2012, e del nuovo capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, succeduto nell’incarico a Franco Gabrielli, che si era occupato della rimozione della nave durante il suo precedente incarico.
Cessato il vento, i collegamenti fra l’isola e la terraferma sono ripresi ed una messa in suffragio delle vittime del naufragio è stata celerata nella chiesa di San Lorenzo e Mamiliano, la stessa che – quella fredda notte – accolse i naufraghi semicongelati dopo un indimenticabile tuffo nell’acqua gelata dalla nave semiaffondata.