Firenze – La sentenza (n.526/2016) è stata pubblicata il 27 maggio scorso, ma Usb la rende nota oggi: 7 dipendenti Unicoop Firenze hanno visto riconosciuto dal giudice il diritto a includere nell’orario dì lavoro il tempo impiegato nella vestizione/svestizione degli indumenti di lavoro. La sentenza condanna inoltre la Coop a risarcire a ciascuno di loro 10 minuti per ogni giorno di lavoro effettivo a decorrere dal febbraio 2010. Ovvero, dal momento in cui (nel 2010 appunto) con l’introduzione del sistema di rilevamento dell’orario tramite orologio elettronico e timbratura di cartellino, venne richiesto ai lavoratori di indossare le tute da lavoro, peraltro obbligatorie per lo svolgimento delle loro mansioni, subito prima di timbrare il cartellino in entrata e di toglierle subito dopo in uscita. La conseguenza? Che, come avanzarono i lavoratori al giudice, tale tempo di vestizione non veniva considerato nell’orario di lavoro e dunque non veniva retribuito.
Il ricorso è stato accolto dal giudice con una motivazione molto semplice, che si richiama alla giurisprudenza corrente: se infatti al lavoratore è concesso scegliere il luogo e il tempo in cui e con cui indossare gli abiti da lavoro, tutto rimarrà nell’ambito della diligenza “preparatoria allo svolgimento dell’attività lavorativa” e dunque non rientrerà nell’orario di lavoro retribuito; ma se è il datore di lavoro a dirigere l’operazione dettandone il tempo e il luogo di esecuzione, deve essere considerata parte del lavoro stesso e come tale retribuita.
Insomma, il tempo “tuta” rientra, almeno per i 7 lavoratori Unicoop che hanno presentato ricorso, nel tempo di lavoro, retribuito a tutti gli effetti.
“Unicoop Firenze perde ancora in tribunale l’ennesimo ricorso sul tempo di vestizione – conclude l’Usb, che ha sostenuto la battaglia giuridica dei sette lavoratori – si tratta di una importante vittoria, anche perché ottenuta in completa solitudine rispetto agli altri sindacati. La Unicoop Firenze è inoltre stata condannata al pagamento delle spese. Invitiamo anche tutti i lavoratori Unicoop che si vogliano avvalere del “tempo tuta” a farsi avanti”.