Nel momento in cui attraverso il web, gli archivi audio e video, supporti come USB, DVD, Blu Ray, CD possediamo una vasta gamma di possibilità per conservare e valorizzare la memoria, accade che la grande massa di informazioni che si succedono ogni giorno distolgano lo sguardo dal passato per focalizzarlo su un presente sempre più esclusivista.. Uno dei paradossi è della nostra epoca, che riguarda,appunto, la fruizione dei media.
Ma come andavano le cose qualche decina di anni fa? Prima della nascita della televisione (1954) il flusso di informazioni era assai minore. Oltre alla radio, al centro del sistema dei media c’erano giornali e rotocalchi. E se i quotidiani non erano poi diversi dagli attuali, le riviste illustrate avevano quella che oggi è la funzione dei talk show televisivi: I più noti eventi di cronaca bianca o nera, gossip, spettacoli. Tutto veniva fruito non in modo diretto ma raccontato con uno stile talora vicino alla prosa d’arte. Questo stile,del resto, si ritrovava anche nei quotidiani allorché il resoconto di una partita di calcio, di una corsa ciclistica non era solo cronaca ma doveva coinvolgere emotivamente il lettore per renderlo in qualche modo partecipe all’evento.
Con la televisione si è avuta la sensazione di poter “vivere” gli eventi, sebbene essi siano in ogni caso “filtrati” dal conduttore e dalle inquadrature, Tipico esempio, una partita di calcio. Se siamo abituati a seguirla in Tv dove inquadrature larghe si alternano a inquadrature strette che ci fanno seguire da vicino l’azione che porta al gol o la parata del portiere, quando andiamo allo stadio si troviamo di fronte a qualcosa di diverso. Anzi, troviamo più rassicurante vedere la Tv dove il regista ci evita il rischio di essere distratti dallo scenario complessivo e di perdere il clou dell’azione.
La Tv, quindi, anche nelle dirette, è sempre narrazione ma nei suoi primi tempi, a differenza della carta stampata, era anche soggetta alla caducità perché, una volta che dal teleschermo avevi assistito a un avvenimento non sapevi se e quando avresti avuto una nuova occasione per rivederlo. Certo, la Rai registrava tutto su nastro magnetico da 1 o 2 pollici, grosse bobine in registratori che erano grandi quanto un armadio e che son restati in uso fino all’inizio del terzo millennio in quanto garantivano una notevole qualità. Si passò poi al ¾ di pollice con registratori che avevano ancora dimensioni rilevanti.
Ma le famiglie non possedevano registratori, a causa dei costi proibitivi. La situazione cambiò con l’avvento di registratori e cassette di piccole dimensioni che hanno consentito di farsi degli archivi personali- specie da quando la Rai e varie case editrici hanno messo in vendita prodotti multimediali – e di convivere anche con prodotti nuovi come i Dvd. A questo punto terminava la caducità e ulteriori supporti digitali come gli mp3 e mp4 hanno consentito un’archiviazione e una diffusione rapida direttamente dal pc o dal cellulare. Possibilità sconfinate rispetto al pur recente passato che oggi sembrano rendere concreta l’esclamazione del Faust di Goethe “Fermati è bello”. Nella società dell’eterno presente anche il passato può essere riproposto a nostro piacimento.
Alcune considerazioni specifiche devono essere fatte per la radio. L’inizio delle trasmissioni risale al 1924 e la sua caratteristica specifica, era la diretta, sia per l’informazione ma anche per programmi culturali come i concerti. Una vera “rivoluzione culturale” perché per la prima volta si aveva la sensazione di “vivere” una determinata situazione in tempo reale sia che si trattasse di cronaca, di avvenimenti sportivi (un esempio per tutti, Tutto il calcio minuto per minuto) o eventi come il Festival di Sanremo.
Peraltro, fin dall’inizio c’erano programmi registrati che hanno preso progressivamente campo e in Rai venivano utilizzati apparecchiature di alta fedeltà come il mitico Revox. Avevano di notevoli dimensioni con bobine da 1/4 di pollice di circa 30 cm. di diametro. Il montaggio avveniva di solito in modo manuale ovvero si tagliava fisicamente il nastro con apposite forbici e tecnici di particolare maestrìa riuscivano perfino a togliere un’esitazione nella voce o il rumore di un respiro fra una parola e l’altra, come ho avuto modo personalmente di constatare quando ho realizzato per RadioRai numerosi sceneggiati e radiofilm.
Tra l’altro anche gli effetti sonori come il rumore del tuono o della risacca del mare venivano effettuati dal vivo mentre di altri, come il traffico o l’effetto ristorante avevamo una serie di registrazioni. Mentre dalla consolle si potevano creare echi e aloni come effetti di spazi aperti e di stanze chiuse, come il riverbero della voce in una cattedrale o in una galleria. Alle origini, la diretta aveva avuto anche qui un ruolo privilegiato tanto che nella Sede Rai di Firenze i primi sceneggiati radiofonici venivano realizzati e trasmessi in diretta come se si trattasse di una pièce teatrale. Per la sua alta qualità, la registrazione su nastro magnetico multitraccia a bassa velocità è stata utilizzata fino agli albori del terzo millennio, quando già da molti anni le cassette erano state sostituite dai cd. Poi il passaggio al digitale ha rivoluzionato anche questo settore.
Passando alla musica, c’era il tempo in cui ricordo che negli anni ’60 dischi in vinile a 45 giri costavano da 600 a 800 lire: un prezzo significativo equivalente grosso modo a 2 ore di lavoro o a 5 litri di benzina. Quindi dovevamo selezionare gli acquisti e accadeva che si conservavano poche canzoni…. Le altre capitava di sentirle alcune volta alla radio poi mai più. I prezzi sono diventati più accessibili e una trentina di anni dopo è stato possibile avere in cd intere compilation dei favolosi anni ’60. Anche molti mercatini vintage contribuiscono a ritrovare brani musicali di cui magari si era perfino persa la memoria E oggi, comunque, possiamo riascoltare musica di ogni epoca a livello internazionale.
Lo stesso, d’altronde, accadeva per Il cinema. Anche certi film cult se non venivamo più riproposti nei teleschermi restavano solo un ricordo sempre più flebile. Poi, in poco tempo, ci siamo trovati di fronte alla memoria globale, alla possibilità di rivedere film ,telefilm i mitici sceneggiati Rai degli anni ‘60 e ’70 o intere filmografie dei maestri del cinema, Ho potuto, ad esempio, vedere alcuni spezzoni della Milano Sanremo del 1937 o dei mondiali di calcio del 1958 vinte dal leggendario Brasile di Pelé che avevo seguito in tv ma di cui avevo perso il ricordo.
Gabriele Parenti