Quando il Rinascimento è in campagna

In pietra, in mattoni o in sassi. Ciascuna, con le sue screpolature,  è una storia a sé. “Ognuna è un sonetto di un grande poeta”, avrebbe detto Rosai. Tutte maestose nel verde della campagna della Toscana di mezzo. Sono le case coloniche fotografate nel corso di trenta anni da Alessandro Mancini. Le immagini sono ora esposte nella mostra “Geografia e storia degli insediamenti colonici tra Arno, Elsa e Pesa”, al Museo del Vetro a Empoli. Alcune case non esistono più, altre continuano la lotta contro il tempo, pochissime sono abitate. Sulla parete di una campeggia ancora elegante, nel mezzo di un muro in disfacimento, la scritta  “Tenuta del Corno. Stazione pubblica di monta taurina”.

La mostra dà ben conto delle differenti tipologie e della loro relazione con le colture. Un patrimonio complesso mutuato, in alcuni casi, dalle ville del tardo Rinascimento secondo un modello diffuso dagli architetti granducali a partire dal ‘700. Le colombarie, che rappresentano la cifra di uno dei modelli più celebrati, in alcuni casi derivano dal reimpiego di torri di case signorili declassate. 
Nel 2013 una legge nazionale si promise di contribuire a salvarle come beni culturali, delegando l’iniziativa. Non si conoscono i risultati. Gli organizzatori della mostra pensano così di richiamare l’attenzione pubblica su questo patrimonio per il quale ipotizzano anche un destino di “nuova ruralità”. Per questo motivo la mostra si espande nel territorio con quattro escursioni tematiche. La prima, “Edilizia colonica sulla Francigena: Coiano (Castelfiorentino)  è in programma sabato 12 aprile , alle 15. Sabato 10 maggio, alle 9, è la volta della fattoria di Montepaldi e delle sue case coloniche (San Casciano).  Domenica 25 maggio, con partenza alle 16, si va a la “Torre” o il “Casone” (Empoli). Le case coloniche della fattoria di Sammontana (Montelupo Fiorentino) concludono il ciclo domenica 8 giugno, alle 9.  Tutte le escursioni partono dal Museo, via Ridolfi, 70, a Empoli. Il ritrovo è al parcheggio libero in piazza Guido Guerra.
Mostra povera, rispetto agli standard attuali, dimostra come si possano fare cose di buon livello anche con poche risorse se alla base sono una ricerca rigorosa e un reale rispetto del pubblico come in questo caso. 
Allestita nell’antico magazzino del sale,  è stata curata da Nicola Fontana, Alessandro Mancini, Carla G. Romby, Leonardo Giovanni Terreni e Stefania Terreni. Aperta tutti i giorni, a esclusione del lunedì, dalle 10 alle 19 fino al 31 agosto. Info: 0571 76714

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