Quando il polpo diventa 4.0. Intervista con Nico Gronchi

Firenze – C’è una casetta nel golfo di Baratti dove si vende un polpo 4.0. Perché tutto è informatizzato: dal controllo dei fornitori, alla temperatura di conservazione, al marketing. La quarta rivoluzione industriale non può essere appannaggio solo del mondo produttivo e dei suoi robot. Questo concetto comincia a farsi strada sia a livello nazionale che nella nostra regione. Ne parliamo con Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana che parla di nuove logiche, filiere connesse, informatizzate, e rivoluzione digitale proprio per il mondo del terziario e dell’impresa diffusa.

Presidente Gronchi, se pensiamo ad un settore tradizionale come il commercio risulta francamente difficile associarlo al concetto di industria 4.0, robotizzata, automatizzata…

In effetti è la domanda che anche noi ci stiamo ponendo, considerando che il settore del commercio, turismo, servizi avrà a che fare sempre di più con un mondo in trasformazione. La risposta è arrivata in questi giorni dal ministro per lo sviluppo Carlo Calenda. Nei piani governativi in futuro non si parlerà più solo di industria, ma di impresa 4.0. Questo per sottolineare che i concetti finora appannaggio del mondo produttivo in sostanza sono in parte replicabili nell’impresa diffusa. Anche le nostre aziende, i nostri associati, dovranno imparare a lavorare in modo integrato fra mondo reale e digitale.

Pensa che la cultura imprenditoriale del nostro terziario sia pronta per questa rivoluzione?

Abbiamo una fotografia molto realistica del nostro settore e la mappa è molto differenziata. Il commercio è molto frantumato e polverizzato, la piccola dimensione non favorisce un rapporto costante e avanzato con le nuove tecnologie. C’è l’e-commerce, è vero, ma non c’è ancora chi ne ha fatto un valore centrale. Nel settore del turismo è diverso: ormai il 50% e oltre delle nostre imprese opera nel mondo digitale. Qui c’è più sensibilità e esistono spunti interessanti, anche se dobbiamo riconoscere che in una fase fortemente espansiva come quella che stiamo vivendo adesso, le imprese pensano meno a innovare perché tutto sembra più facile. Il comparto dei servizi, infine, è quello più interessante perché nell’ambito dei servizi alle imprese il rapporto con l’innovazione è quasi la normalità. Vorrei citare a questo proposito Keesy (www.keesy.com), il punto di accoglienza automatizzato per l’extralberghiero nato da poco a Firenze. È un servizio alle imprese e alla clientela decisamente interessante, unico e innovativo…

Ci può fare qualche altro esempio in Toscana di “terziario 4.0”?

Posso citare un progetto in Versilia, dove un operatore balneare ha costruito un sito in cui il cliente può orientarsi per organizzare tutta la sua permanenza in loco, vedere il tempo che fa, prenotare pranzi, cene, dormire. Ma quello forse più suggestivo è “Il polpo marino” di Baratti. In una caratteristica struttura il suo titolare, Tito Verrocchi, ha costruito a monte una filiera per la gestione e produzione del suo polpo. Ha segmentato il percorso. Dalla materia prima, alla produzione, alla conservazione, al marketing è tutto automatizzato e integrato: dal controllo della temperatura del frigo. Funziona, lavora molto bene e a breve sbarcherà anche a Firenze.

Progetti immediati?

Come Confesercenti dobbiamo essere molto propositivi, perché da sole le microimprese toscane, per le caratteristiche che hanno, non possono farcela. Come prima cosa vogliamo insegnare loro a parlare la stessa lingua, perché gli strumenti che usano sono molto diversi: c’è chi usa solo social, chi utilizza piattaforme internazionali, chi solo nazionali. Poi chiediamo alla Regione di riscrivere i passaggi del suo bando sull’industria 4.0, semplificandoli e adeguandoli alla nostra realtà di impresa diffusa. Mentre a livello nazionale chiederemo al Governo di pensare a formule differenziate per industria, terziario e turismo 4.0.

Il nostro settore turistico, come lei sottolineava, è partecipe della rivoluzione digitale, ma se la Toscana è fra le prime mete al mondo, sicuramente non è prima per innovazione…

Guardi, quest’anno questo concetto è anche più vero. Nella nostra regione le presenze turistiche crescono ovunque e in tutte le forme: in città, montagna, mare, centri minori. Stiamo ragionando con vari soggetti istituzionali su come strutturare questo trend per renderlo permanente. In sostanza vogliamo mettere basi solide, e innovative, al turismo del futuro.

 

Foto: Nico Gronchi

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