“Lectio magistralis” del leader “No Profug” (Corrado Grasselli) nella “tana” di Aq16

19055133_699805800209369_7881371158250064457_oGli hanno dato del fascista, del razzista, dello xenofobo: chissà cosa devono aver pensato quando, completamente a sorpresa, se lo sono trovati davanti, giovedì sera, all’ingresso della sede del Laboratorio Aq16. Ma lo spaesamento è durato poco: Corrado Grasselli, portavoce dei comitati che hanno sfilato lunedì contro l’arrivo dei nuovi profughi in città, è stato fatto entrare nella ‘tana del nemico’ per un confronto faccia a faccia con gli attivisti di Città Migrante, che da anni si battono per una accoglienza senza frontiere agli immigrati, siano essi profughi o migranti economici. E alla fine l’incontro è andato meglio del previsto: le posizioni restano distinte e distanti, ma per la prima volta i fronti contrapposti si sono parlati. E nessuno si è lasciato andare ad atteggiamenti bellicosi.
24Ma partiamo dall’inizio di questa curiosa vicenda. Dopo la mobilitazione di lunedì la sinistra vuole lanciare un messaggio di segno opposto a quello dei comitati: per questo motivo annuncia l’organizzazione di un contro-corteo, la mobilitazone ‘ Reggio Emilia Accoglie – No one is illegal’. Appuntamento per mettere insieme le idee, giovedì sera al centro sociale Aq16. L’assemblea è pubblica: quando la notizia si diffonde, Grasselli pensa di patecipare.
“Eravamo stati attaccati in malo modo – spiega – senza che si fosse capito chi eravamo come cittadini: ci tenevo a dare una spiegazione. Per questo ho pensato di partecipare”. All’inizio c’è stata un po’ di tensione, ma è stato un attimo. Grasselli ha ascoltato gli altri interventi e ha potuto prendere la parola. “Come comitati non abbiamo responsabilità se nel corteo c’erano tre persone di Forza Nuova, formazione politica che peraltro non è illegale. C’erano delle motivazioni alla base di quel corteo, fatti che esulavano dalla presenza di elementi di estrema destra”. “Non si può dare del razzista – spiega Grasselli – a chi promuove una manifestazione solo perchè c’è qualcuno che da fuori prova a metterci il cappello. Nel merito dei fatti: noi non abbiamo detto che non vogliamo nessun profugo, ma che con i primi 427 Reggio ha esaurito la sua quota. Mi è stato risposto che la soluzione è dare il permesso di soggiorno a tutti. Non sono d’accordo, ma il punto è un altro: nel giro di un anno o due avremo tante persone senza permesso di soggiorno, a cui sarà stato rifiutato lo status di rifugiato: questi come mangeranno? Dove lavoreranno?”.
Il tono del confronto “è stato supercivile”, puntualizza Grasselli, che aggiunge: “Addirittura qualcuno, pur non condividendo la mia posizione, mi ha ringraziato per aver portato alla discussione un punto di vista diverso, cosa che, mi è stato detto, succede molto raramente”.

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