E’ evidente che i contorni dell’operazione non sono ancora chiari. Perché se finalmente c’è il nome del candidato sindaco dell’alleanza civica tra gli ex leghisti di Progetto Reggio e la lista Grande Reggio, non si è capito bene quale sia la direzione di marcia. Certo Cinzia Rubertelli ha un ottimo curriculum e il volto pulito: laureata in economia e commercio a Parma, dal 2006 è amministratore delegato di Prati Group Spa. Già presidente provinciale dei giovani Confapi e del Centro servizi delle piccole e medie imprese dell’Emilia Romagna, è impegnata nel mondo del volontariato: collabora con l’associazione che aiuta le famiglie con figli portatori di autismo.
E’ giovane e “al di fuori dalle logiche di partito”. Talmente al di fuori che nel corso della conferenza stampa di presentazione si è ben guardata dal parlare di programmi. L’impressione è che la ragazza sia stata gettata nella mischia all’improvviso. D’altronde è lei stessa ad ammettere di non avere mai pensato di impegnarsi in politica, ma di essere rimasta folgorata da “un progetto che ha l’unico scopo di mettere competenze e passione al servizio della città”. Il problema è che quando le è stato chiesto cosa farebbe da sindaco, lei ha evitato la domanda con un po’ di imbarazzo: “Prima dobbiamo confrontarci”. La Rubertelli non ha nemmeno voluto fare un elenco delle cose che non vanno, non ha attaccato l’amministrazione comunale, non ha nemmeno risposto su un tema specifico come il Vittoria Park.
E’ chiaro che la fretta ha giocato la sua parte e alla Rubertelli serva un po’ di tempo per ingranare. Ma la realtà potrebbe essere svelata solo a urne aperte. “Nessun apparentamento con liste di partito”, hanno garantito Primo Gonzaga, presidente di Grande Reggio, e Giacomo Giovannini, leader di Progetto Reggio. Ma è evidente che la scelta di una candidatura che al momento appare debole potrebbe celare l’intenzione di appoggiare Donatella Prampolini nel caso si arrivasse al ballottaggio. Scenario possibile? Dipende soprattutto dal Pd.