Rapolano Terme (Pisa) – Goccia dopo goccia nasce un mare. Un mare di solidarietà e di fratellanza. È questo il significato più profondo della Goccia d’Oro, riconoscimento “al merito della solidarietà” che da 23 anni i volontari della Misericordia e dei Donatori di Sangue di Rapolano Terme assegnano a chi si è distinto nel campo del volontariato e del bene comune, in un’iniziativa pubblica organizzata in concertazione e con il patrocinio dell’amministrazione comunale. «La Goccia d’Oro nasce per sottolineare la vocazione al volontariato del territorio ed è la festa di chi si prodiga per dare un aiuto e un sostegno al suo prossimo senza chiedere nulla in cambio – ha sottolineato durante il suo saluto il sindaco di Rapolano Terme Emiliano Spanu -. Viviamo in un’epoca in cui c’è sempre più bisogno di ritrovare questi valori, soprattutto da parte degli amministratori pubblici che devono tener conto di un’esigenza diffusa di sentimenti di fratellanza e di bene comune».
In questo contesto, Rapolano Terme (circa 6mila abitanti) può essere definita come la “capitale morale del volontariato in Italia” dato che il 70% della popolazione è composto da volontari (uno o due in ogni famiglia) che operano nelle distinte istituzioni: la Confraternita di Misericordia, che effettua servizi di pronto intervento e protezione civile, ed il Gruppo Donatori di Sangue “Fratres” con i suoi oltre mille iscritti.
Oltre a due rappresentanti delle associazioni di volontariato locali, estratti a sorte come vuole la tradizione, le Gocce d’Oro 2014 – “Anno dedicato al rapporto tra famiglia e lavoro” dall’Unione Europea – sono andati a Delfina e Gaetano Pandolfi di Salerno “per aver aperto la loro famiglia all’amore e all’accoglienza della vita”, sottolinea la motivazione del riconoscimento. Goccia d’Oro al merito della solidarietà anche a alla Rete Sos Lavoro di Pisa “per aver creato una rete di intervento per sostenere persone e famiglie in difficoltà per la perdita del lavoro”. Infine una Goccia d’Oro straordinaria “al merito della famiglia” è andata al regista Pupi Avati per la miniserie tv “Un matrimonio”, andata in onda su RaiUno. “Per aver riportato alla ribalta di un capolavoro senza effetti speciali la normalità dei valori più autentici della vera famiglia”, la motivazione. «Un riconoscimento di cui posso andar fiero perché arriva non da una grande platea internazionale ma da una cittadina di provincia – ha detto Pupi Avati -. Rapolano Terme è la dimostrazione che oggi si possono ancora stringere quei legami tra uomini e ritrovare quei valori essenziali per la nostra esistenza che rischiano di andare persi al tempo di una crisi sì economica ma anche, e sempre più, di carattere sociale».