Publiambiente la licenzia, il Tribunale la reintegra, Usb: “Sentenza storica”

Firenze – E’ una vittoria, per l’ Usb, e come tale viene festeggiata. Del resto, la storia di Roberta, delegata sindacale Usb, dipendente di Publiambiente, è una storia che non manca di attirare l’attenzione di tutti, dal momento che si segnala anche come una storia di tutela volta al lavoro femminile. Ieri, 15 marzo, il Tribunale del Lavoro di Firenze si è dunque pronunciato contro Publiambiente che poco più di 3 anni fa (nel marzo 2014) aveva licenziato la dirigente sindacale presente in azienda Roberta, delegata Usb, con una sentenza che prevede il reintegro immediato della lavoratrice. 

Secondo quanto scrive il sindacato di base, la propria delegata svolgeva con coscienza la sua funzione di delegata sindacale. Vale a dire, denunciando sindacalmente “tutte le situazioni di non sicurezza degli automezzi e degli impianti, in un settore come quello dell’igiene ambientale dove alti sono gli infortuni e le malattie professionali generate dal tipo di lavoro, lavoro duro e a contatto con elementi inquinanti molto pericolosi per la salute”. 

Eppure, qualcosa congiurava per rendere difficile la vita alla lavoratrice, colpendola in particolare nel suo essere donna. Infatti, al rientro dal lavoro dopo la nascita del figlio, la donna chiede di poter svolgere mansioni anche diverse e in sedi diverse di lavoro, per potere conciliare la sua attività lavorativa con l’allattamento. Purtroppo, non c’è la possibilità, risponde l’azienda, di fatto “imponendole” le ferie.  Ma anche senza ferie, la situazione diventa, per la giovane madre, di assoluta difficoltà: infatti a fronte della riduzione dei giorni, aumenta l’orario di lavoro, di fatto escludendo le due ore previste dalla legge per l’allattamento. Dai figli torna alle 22, rimettendoci così, nei due giorni in cui lavora, le 4 ore previste da legge.

Nella vicenda, a fronte della rivendicazione lanciata dal sindacato, interviene anche il Giudice Pari Opportunità di Pistoia, che cerca di “far ragionare l’azienda e farla conformare ai diritti che un’azienda pubblica che opera nel settore pubblico con 300 lavoratori deve avere nel 21° secolo in Italia nei confronti delle lavoratrici”, dicono dall’Usb. .Niente da fare.

Le cose anzi sembrano peggiorare. Alla giovane madre in allattamento vengono affidati automezzi in condizioni di sicurezza e igiene “spaventosi, addirittura con ratti in cabina”. Arriva la denuncia della Usb all’Asl, che ferma l’automezzo ed emana una sanzione amministrativa pesante alla Publiambiente. Inoltre, scrive un esposto alla Procura della Repubblica di Pistoia, che apre un fascicolo.

In tutto questo, si giunge alle elezioni per le Rsu, dove l’Usb viene esclusa. Nel frattempo, Publiambiente perde un appalto, che riguarda la raccolta dei rifiuti di Pieve a Nievole (PT). E cosa succede? Emerge un “verbale di accordo” fra azienda e sindacati in cui si individua in Roberta, delegata Usb, il soggetto da licenziare. Eppure, la lavoratrice non è “agganciata” all’appalto specifico, quello perso.

Usb scrisse e fece appello alle forze politiche ed ai rappresentanti dei cittadini, quelle istituzioni che detengono la proprietà di Publiambiente, azienda pubblica”. 

“Il Tribunale del Lavoro di Firenze ha scritto una sentenza storica decidendo il reintegro immediato della lavoratrice, riconoscendo il fattore di discriminazione sindacale, condannando la nuova società ALIA spa nata dalla fusione di Publiambiente e Quadrifoglio al pagamento di enormi spese processuali, naturalmente soldi dei cittadini e non di chi ha sbagliato concludono dall’Usbla nuova società appena nata riceve il giorno dopo la sua nascita una condanna per licenziamento discriminatorio sindacale. Un bel record”.

 

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