Firenze – L’amianto è presente nelle nostre città: contamina l’acqua che beviamo e che usiamo per l’igiene personale. Questa è la denuncia dei 19 promotori della petizione che chiederà a Publiacqua di sostituire i 225 chilometri di tubature pericolose. A dare il via alla campagna, stamattina alla libreria Feltrinelli in via de’ Cerretani, alcuni membri dei comitati che ingaggiarono negli anni scorsi la battaglia per l’acqua pubblica. Si parla dei Comuni di Firenze, Prato, Pistoia e del Medio Valdarno, ma i partecipanti estenderanno l’iniziativa a tutti i territori toscani serviti dalle altre 5 società che gestiscono gli acquedotti locali. “Voglio pagare un’acqua che mi permetta di vivere”: Rosanna Crocini, del Comitato di Pistoia, dice che saranno pronti ad adottare ogni mezzo di protesta, persino lo sciopero delle bollette.
Per tamponare i rischi dovuti alla dispersione delle fibre, di solito viene applicato un biofilm alle tubature che tuttavia è ottenuto tramite polifosfati di zinco dannosi per la salute: i Comitati invocano la sospensione di questo trattamento.
“Vogliamo la sottrazione dell’acqua dalle leggi di mercato e dal profitto”, afferma Rita Biancalani, coordinatore del Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua. L’azienda, secondo i comitati, “dispone già delle risorse necessarie per raggiungere e mantenere obiettivi di qualità ambientale e della risorsa come previsto dalla legge. (…) ad oggi Publiacqua deve ancora effettuare investimenti per 69 milioni di euro previsti nel Piano di ambito e nel Piano tariffario e mai effettuati. Intanto nel 2013 l’azienda ha ottenuto 47 milioni di utili”, si legge nel comunicato.
Si chiede che a partire dal 2015 sia predisposto un piano triennale di eliminazione delle condotte di amianto: in particolare, il problema risiede nelle condotte adduttrici da cui scorre il 100% dell’acqua per poi essere convogliata nelle varie ramificazioni. Il 39% dei tubi Publiacqua è costituito da condotte adduttrici.
Si chiede inoltre un piano di monitoraggio “che verifichi il livello di contaminazione dell’acqua potabile nei 46 comuni”. Il monitoraggio è previsto anche da una risoluzione del Parlamento Europeo del Marzo 2013, che invita i paesi membri a prendere le dovute precauzioni nei confronti di un materiale altamente cancerogeno come l’amianto.
“L’Oms non lo vieta” fu in bona sostanza la risposta immediata che Publiacqua dette alla denuncia portata avanti dal gruppo consiliare del Comune, Firenze a Sinistra, dopo che l’inchiesta di Ginevra Lombardi sulla rivista edita dal laboratorio politico di Ornella De Zordo “La Città invisibile” raccontò a tutti i cittadini dei 225 chilometri di tubature in amianto cemento in cui scorre l’acqua di Publiacqua. “L’amianto-cemento – precisava la nota del gestore idrico cittadino – è un materiale utilizzato anche per le tubazioni acquedottistiche tra gli anni ’50 e ’70. Publiacqua non ha mai utilizzato questo materiale e procede alla sua sostituzione con tubazioni in ghisa ogni qual volta le preesistenti tubazioni in amianto-cemento non risultano più efficienti. La sostituzione massiva di tali tubazioni, circa 223 Km sui circa 9.800 Km di rete acquedottistica, comporterebbe un impegno di circa 200 milioni di euro”.
Facendo una piccola ricerca, si scopre che l’Europa ha anche stanziato dei fondi per la rimozione dell’amianto: in Toscana ne hanno beneficiato i comuni di Lucca, Grosseto e Siena. Partecipando ai bandi per l’attribuzione di fondi, la rimozione delle tubature potrebbe essere facilitata.