Il Sindaco l’ha presentata come “una rivoluzione di portata nazionale”.
In realtà la variante in riduzione del PSC è l’effetto della scandalosa pressione fiscale che il suo Governo applica ai beni immobiliari.
Una tassazione patrimoniale che ha prima triplicato l’Imu con l’aggiunta di Tasi e Tari e poi ritriplicato ancora attraverso la revisione delle rendite catastali.
Cosicchè in una città dove il mattone ha drogato l’economia locale per quindici anni, oggi davanti agli uffici municipali si presenta una significativa coda di chi chiede la retrocessione di molte aree edificabili ad agricole.
Si badi bene: sono i cittadini a chiedere e non l’Amministrazione a disporre, poiché è bene ricordare che il PD si è sempre fatto paladino dei cosiddetti “diritti acquisiti” e non ha mai predisposto un piano urbanistico in riduzione.
Nessuna rivoluzione quindi, ma solo una prevedibile richiesta di pagare meno tasse, in una fase di crisi economica che cominciò a manifestarsi già nel 2008 e quindi ben prima dell’adozione di questo strumento di governo del territorio, che era stato reclamizzato da Vecchi, Delrio e compagnia cantante, come foriero di una “nuova stagione urbanistica” che in realtà proseguiva quella vecchia.
Il nuovo giovane Assessore all’urbanistica ha dichiarato che l’obiettivo della delibera è “riallineare le previsioni di espansione del Psc alle strategie di sviluppo della città” e, contraddicendosi, di “rafforzare ulteriormente le scelte del Piano attraverso una limitazione delle opportunità di nuovi insediamenti in territorio agricolo”.
Al di là della contraddizione in termini, se la logica ha ancora un senso anche in politica, bisognerebbe rilevare che se oggi vengono stralciati un milione e mezzo di metri quadri di aree urbanizzabili, cioè quasi il 30% delle previsioni residenziali, significa che le scelte espansive del Psc, approvate anche dall’attuale Sindaco, erano sostanzialmente sbagliate!
Poiché le bugie hanno le gambe corte bisogna sapere che al Consiglio comunale che adottò il Psc, poco prima delle elezioni del 2009, venne proposto, da chi mi ha preceduto alla guida del mio gruppo, di stralciare proprio le previsioni espansive di Fogliano, Pratofontana e Mancasale oggi in discussione: proposte respinte proprio da Vecchi e dal PD!
Il Pd arriva con “soli” sette anni di ritardo alle conclusioni che noi traemmo nel 2009, ma forse allora gli esponenti del PD erano intenti a non disilludere gli elettori e a cercare i voti della “comunità edile”, organizzando “gite” in quel di Cutro.
Benvenuti nel mondo reale!