Il probabilmente ultimo consiglio provinciale della storia reggiana (almeno così come lo si conosceva) è andato in scena martedì 1 aprile. Ma le facce a palazzo Allende non erano di quelle divertite, così come si converrebbe davanti ad uno scherzo di inizio mese. Entro pochi giorni infatti il Ddl Delrio, ex sindaco di Reggio, diventerà operativo, dopo il passaggio alla Camera dei Deputati e la pubblicazione dell’avvenuta approvazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Del contenuto e degli eventuali benefici dall’abolizione delle Province, che passeranno in gestione ai sindaci del territorio “d’area vasta” (soprattutto in termini di risparmio economico) questo sito s’è abbondantemente occupato senza i pregiudizi giustizialisti che hanno animato il grosso dei media. Accanitisi facilmente sulle Cenerentole provinciali per dinamiche le più svariate; staremo a vedere anche se molti per molti esperti c’è un serio rischio di aumentare spese e poltrone. E l’assoluta certezza che i veri baracconi spendi spandi tra gli enti pubblici, alias le Regioni, non saranno toccate.
Per ora almeno non saranno toccati i 400 dipendenti circa dell’ente Provincia di Reggio mentre con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale automaticamente il Consiglio sarà decaduto. Tutta la gestione, anche se solo per interventi urgenti e necessari, andranno in mano alla Presidente Sonia Masini. Che avrà l’onore di traghettare verso la sua fine effettiva la “sua” Provincia con l’onere di avere comunque responsabilità civili e penali senza ricevere più lo stipendio. Un ruolo politicamente di rappresentanza ma sostanzialmente ancora molto rischioso.
Sul fronte politico infine Sonia Masini dovrà vedersela con l’ex ministro Cecile Kyenge per un posto Pd alle Europee; i maggiorenti del partito locale, nonostante le battaglie interne correntizie, sono sostanzialmente con lei. Anche perché liberarsi così facilmente di un’amministratrice come la Masini non farebbe onore ai meccanismi ortodossi del partito stesso. Ma la stessa Presidente è oggetto da tempo di una campagna mediatica diciamo così piuttosto ostile, raccolta dai “giovani” del Pd (gli eterni under 40…) e rilanciata un po’ alla vigliacca sui social network. Zona grigia dove i sorrisi di facciata delle istituzioni, spesso si trasformano in pugnalate di sostanza. Tutto si decide vagliando pesi e contrappesi dell’equilibrio regionale.