Siena – Erano circa 150, i dipendenti della Provincia di Siena che stamattina non si sono voluti perdere l’occasione (l’ennesima) per protestare contro le politiche governative che riguardano il loro lavoro quotidiano. C’erano proprio tutti: operai, tecnici, colletti bianchi e polizia provinciale. Tutti insieme per un presidio di protesta, di fronte al palazzo del Governo in Piazza Duomo. E per proferire un ennesimo, gigantesco No contro la legge di stabilità varata dal governo. Una catena umana con striscioni e slogan è stata organizzata per mandare un messaggio chiaro a Renzi. Fra i cartelloni, anche quello che rispolvera la storica rivalità di Siena con Firenze, “Te guelfo, noi ghibellini”.
Inoltre, alcuni manifestanti si sono travestiti da fantasmi. A simboleggiare che, insomma, i servizi che andranno persi con questa manovra molto difficilmente, secondo i lavoratori, potranno essere recuperati: tutt’al più, appunto, come “fantasmi”. In piazza tutte le sigle sindacali, oltre al coordinamento delle Rsu dell’amministrazione provinciale di Siena. Una delegazione è stata poi ricevuta dal prefetto di Siena, Renato Saccone. “Informeremo il prefetto, cioè il rappresentante dello Stato sul territorio, della situazione che si creerà a Siena con l’approvazione della legge di stabilità che mette a serio rischio servizi essenziali per la cittadinanza”, ha detto Fabio Conti, coordinatore Rsu, a margine della protesta.
Anche a Massa la protesta si accende, e si trasforma in un gran funerale: quello “dei servizi pubblici”. Un centinaio circa di dipendenti della provincia di Massa Carrara hanno così “inventato” la loro protesta contro la legge di stabilità. Anche a Massa da giovedì scorso un salone di Palazzo ducale, sede della Provincia, è occupato. Stamattina i lavoratori sono sfilati con decine di manifesti funebri, ognuno recante il nome del servizio pubblico deceduto, a causa dei tagli a bilanci e dipendenti. Protezione civile, edilizia scolastica, centri per l’impiego, sono solo alcuni dei servizi oggi ricordati e “compianti” dai lavoratori. Infine, è stato tirato in ballo anche il pater patriae Giuseppe Garibaldi: il corteo, dopo aver sfilato nel centro storico della cittadina, si è infatti concluso in piazza Garibaldi. Qui, i dipendenti pubblici hanno depositato i manifesti funebri ai piedi della statua dell’Eroe dei Due Mondi e gli hanno chiesto scusa. Per cosa? Ecco: “C’è chi partì alla testa dei mille per la Sicilia e fare Italia e chi è partito da uno show televisivo, la ruota della fortuna, per arrivate a Roma e disfarla”.
Non è da meno Arezzo, che pensa in grande: dopo il sit-in di stamattina, domani sera alle 22 partirà la Vigilia di Natale con presidio e veglia per i dipendenti, con tanto di distribuzione di panettoni e volantini. Il presidio si terrà davanti alla sede provinciale di Piazza della Libertà ad Arezzo; fino a tarda notte, dicono gli organizzatori, verranno proiettate immagini e distribuiti panettoni e volantini. L’iniziativa è stata pensata per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vertenza che vede oltre 200 esuberi e una situazione difficile per il ricollocamento.
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