Protocollo antirapina in Prefettura

Diminuiscono le rapine in banca: nel 2012 ne sono state compiute 19 in provincia di Firenze e 10 nel capoluogo, mentre nel 2011 sono state, rispettivamente, 26 e 13. “Un buon risultato  – ha commentato il prefetto Luigi Varratta – merito anche della sinergia operativa tra le forze dell’ordine e gli istituti di credito, già in atto da qualche anno e che ora intensificheremo ulteriormente E’ importante lavorare molto sulla prevenzione”. Proprio per raggiungere questo obiettivo è stato rinnovato a palazzo Medici Riccardi il protocollo per la prevenzione della criminalità in banca, siglato tra la Prefettura, il responsabile per la sicurezza di ABI Marco Iaconis e i delegati di 46 istituti della provincia. Presenti i vertici provinciali delle forze dell’ordine. L’intesa era stata sottoscritta la prima volta nel 2009 facendo registrare fin da subito una flessione delle rapine: nel 2010 ne erano state effettuate in provincia 20 (contro le 38 dell’anno prima) mentre a Firenze erano state 9 (22 del 2009).

L’edizione 2013 del patto prevede una serie di interventi per accrescere ancora di più i livelli di sicurezza. Tra le novità sul fronte degli strumenti di difesa passiva:  il “sistema anticamuffamento”, di cui sono dotati gli impianti più recenti di videosorveglianza, che consente un’analisi video in grado di bloccare l’accesso nella filiale alle persone non chiaramente identificabili. Proprio la videoregistrazione è considerata tra le misure obbligatorie che le banche si impegnano ad utilizzare, sia per le nuove installazioni che per l’adeguamento di quelle esistenti, utilizzando le tecniche digitali, al posto di quelle analogiche, che offrono una miglior risoluzione delle immagine, favorendo così l’attività investigativa. “Il ricorso all’alta tecnologia – ha sottolineato il rappresentante di ABI Marco Iaconis, – conferma l’impegno delle banche a incrementare sempre più la sicurezza delle proprie filiali”. Sarà rafforzata pure la protezione dei Bancomat con la possibilità di adottare dispositivi che impediscono di introdurre esplosivo solido o gassoso negli sportelli automatici.

Il protocollo dedica particolare attenzione anche al flusso delle informazioni e alla segnalazione alle centrali di polizia delle situazioni che possono mettere in condizioni di rischio gli istituti bancari, come guasti agli impianti di protezione, movimenti sospetti di persone all’interno e all’esterno, giacenze di cassa non ordinarie. Tutti i dati di carattere generale sulle sedi bancarie (i nomi dei responsabili della sicurezza, i recapiti telefonici, gli orari di apertura e chiusura) confluiranno nel portale dell’OSSIF, il centro di ricerca dell’ABI sulla sicurezza anticrimine, in modo da costituire un unico database per lo scambio permanente delle informazioni. Un occhio di riguardo, infine, è rivolto alle attività di formazione antirapina per i dipendenti addetti agli sportelli, in modo da garantire l’incolumità del personale e fornire un valido ausilio alle forze di polizia.

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