Prorogato di un anno lo stato di emergenza per il naufragio della Costa Concordia

Nella serata del 13 gennaio 2012, ormai un anno fa, la Costa Concordia capitanata dal comandante Francesco Schettino naufragava di fronte all’isola del Giglio, sulle secche della Gabbianara. Mentre, con grande spirito di solidarietà, i cittadini dell’isola dell’Arcipelago toscano cercavano di aiutare gli oltre 4.000 naufraghi a mettersi in salvo, 32 persone, due delle quali risultano ancora disperse, persero la vita nel ventre della nave. La Concordia, per tutto questo anno, è stata al centro dell’attenzione delle cronache, ma soprattutto è stata il pensiero fisso dei Gigliesi, preoccupati per il gigante d’acciaio adagiato proprio a due passi dalla loro isola. Il sindaco del Comune di Isola del Giglio, Sergio Ortelli, aveva annunciato negli scorsi giorni di voler richiedere al Governo il prolungamento dello stato di emergenza Concordia, che avrebbe dovuto scadere il 31 gennaio prossimo (Leggi anche: La rimozione della Concordia slitta a settembre 2013). Prima che potesse richiederlo, tuttavia, il Consiglio dei Ministri, riunitosi  venerdì 11 gennaio a Palazzo Chigi, ha deciso di prorogare praticamente di un anno, fino al 13 dicembre 2013, l’emergenza relativa al naufragio della Costa Concordia. La decisione del Governo, ha spiegato Ortelli, è «un grande segno di rispetto per la nostra comunità e per il nostro ambiente». La proroga dello stato di emergenza fino alla rimozione del relitto era stata chiesta dal sindaco gigliese per assicurare la buona riuscita delle operazioni sulla nave naufragata il 13 gennaio 2013. Lo stesso Ortelli, intervenendo in merito all’operato del commissario straordinario per l’emergenza Concordia, Franco Gabrielli, ha avuto parole di elogio per il capo della Protezione Civile. «Gabrielli va confermato perché con il suo operato l’amministrazione comunale e la cittadinanza si sono sentite veramente garantite», ha spiegato il sindaco gigliese. Ortelli ha poi concluso con un plauso ai cittadini dell’isola del Giglio, protagonisti di quello che ha definito «un salvataggio straordinario, che è riuscito in maniera mirabile a contenere il numero delle vittime». Non per niente nella giornata di ieri il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha annunciato l’assegnazione della medaglia d’oro al valor civile all’isola del Giglio (Leggi anche: Medaglia d’Oro al Valore Civile per il Giglio).

concordia1.gifLa rimozione del relitto e delle acque in esso contenute
Mentre sull'isola del Giglio fervono i preparativi per la celebrazione del primo anniversario della tragedia (Leggi anche: L'isola del Giglio, un anno dopo la Concordia), alle 11.00 di ieri, sabato 12 gennaio, il commissario per l'emergenza Concordia, Franco Gabrielli, è tornato sull'isola del Giglio per incontrare la popolazione e fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori di rimozione. Con Gabrielli è giunta presso la Rocca Pisana anche Maria Sargentini, capo della Protezione Civile toscana e presidente dell'Osservatorio per la rimozione della Costa Concordia. L'Osservatorio si è riunito nella mattina di venerdì 11 gennaio, a Palazzo Cerretani, una delle sedi fiorentine della Regione Toscana. Al termine dell'incontro la stessa Sargentini aveva spiegato che è allo studio un'ipotesi di svuotamento parziale dello scafo della Concordia per scongiurare ogni possibilità di inquinamento delle acque del Giglio. «Stiamo lavorando ad un piano di monitoraggio stretto – ha dichiarato – per attivare tutte le misure di prevenzione durante le prossime fasi di rimozione. Dovremo essere in grado di prevenire ed eventualmente mitigare i possibili contatti di qualsiasi materiale inquinante con le acque circostanti durante il raddrizzamento della Concordia, che sia di natura organica o da idrocarburi o da metalli pesanti». In totale i metri cubi d'acqua attualmente stipati all'interno della nave semisommersa sono circa 230.000 metri cubi e non vi sono dati certi sul loro stato. L'Osservatorio, tuttavia, ha allo studio un progetto per il miglior trattamento possibile delle acque contenute nel relitto, che sarebbero potenzialmente inquinanti. La presidente Sargentini ha anche confermato che la rimozione verrà verosimilmente ultimata entro settembre 2013. Gli operai del consorzio italo-americano incaricato della rimozione e costituito da Titan Salvage e Micoperi, vivono praticamente sulle tre piattaforme-alloggio che circondano la nave, la Pioneer, la Micoperi 61 e la Micoperi 30. Il lavoro va avanti di giorno e di notte, senza pause, da almeno tre mesi. Sono circa 300 le persone che lavorano per la rimozione del gigante d'acciaio dalle secche della Gabbianara. Ma tutto questo non sembra bastare. Al momento sono stati ultimati gli ancoraggi e le trivellazioni necessari per il posizionamento delle 6 piattaforme che dovranno costituire il fondale sul quale poggeranno i cassoni per la rimessa in galleggiamento della Concordia. Questi saranno saldati sul lato sinistro della nave e riempiti d'acqua per bilanciare il peso del relitto adagiato sul lato destro. Tiranti ancorati al fondale artificiale e cassoni, con la loro azione combinata, dovrebber garantire la rimessa in asse della Concordia, ed il conseguente rigalleggiamento. Successivamente, i cassoni saranno svuotati dall'acqua e fungeranno come una sorta di "salvagente metallico" durante il trasferimento della Costa Concordia nel porto di Piombino. L'allungamento dei tempi necessari per la rimozione, oltre che richiedere il prolungamento dello stato di emergenza per l'isola del Giglio, ha anche richiesto una rivisitazione delle spese previste, che da 300.000.000 di dollari sono salite a 400.000.000 di dollari.

Le acque del Giglio restano pulite nonostante il naufragio della Concordia
Un delfino ferito, probabilmente rimasto impigliato per la coda in una rete da pesca, è stato avvistato negli scorsi giorni nei pressi della Concordia. Immediatamente son partiti i soccorsi, con l’intervento della onlus Oceano mare delphis dell’Università La Sapienza di Roma, che ha effettuato un monitoraggio nello specchio d’acqua attorno al relitto alla ricerca del cetaceo in difficoltà, lungo circa tre metri. Oltre a far preoccupare per la salute del delfino, la sua presenza nei pressi della Concordia, però, testimonia che le acque del Giglio, nonostante la presenza del relitto, sono in salute. Da un anno, ossia immediatamente dopo il naufragio, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) ha iniziato un monitoraggio costante delle acque del Giglio. Grazie ad un decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, del 20 gennaio 2012, è stato dichiarato lo stato di emergenza per l’isola del Giglio ed Arpat ha iniziato a collaborare con la Protezione Civile e la Prefettura di Grosseto per assicurare dati ambientali quanto più possibile accurati ed aggiornati. Fra gennaio e dicembre 2012, i campionamenti effettuati da Arpat sono stati oltre 300 e le analisi hanno sempre testimoniato che l’impatto del naufragio della Concordia non è stato così catastrofico per l’ambiente marino del Giglio. Grazie alle tempestive azioni di prevenzione del rischio inquinamento messe in atto, le acque del Giglio restano particolarmente pulite. Non si sono registrate, se non in casi davvero sporadici se commisurati alla portata dell’evento, fenomeni di inquinamento significativi. La rimozione del carburante dalla pancia della balena di ferro (defueling) ha avuto, dunque, gli effetti sperati. Il monitoraggio di Arpat si è concentrato su indicatori di inquinamento chimico-fisici presi come valori “sentinella” e su indicatori biologici anch’essi considerati come di riferimento. Le analisi del fitoplancton e delle altri matrici biologiche, non hanno evidenziato finora situazioni di stress per l’ambiente marino del Giglio, che continua a risplendere sott’acqua di una bellezza unica, come testimoniano anche le foto di Arpat che qui sotto riportiamo. Anche la qualità dell’aria sull’isola dell’Arcipelago toscano non risulta al momento intaccata dal naufragio della Concordia.

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Le deformazioni dello scafo sono sostanzialmente terminate dopo la stabilizzazione del relitto
Oltre ad Arpat, da un anno lavorano sul relitto della Costa Concordia anche i ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze. Incaricati dalla Protezione Civile di sorvegliare sui movimenti della Concordia lungo gli scogli del fondale del Giglio, gli accademici fiorentini sorvegliano lo scivolamento del relitto grazie ad un sofisticato complesso di apparecchiature. Con la cooperazione di altri centri di competenza (Cnr-Irpi) e di ricerca (Ec-Jrc-Ipsc e Fondazione Prato Ricerche), i ricercatori dell’Ateneo del capoluogo toscano hanno organizzato un sistema di monitoraggio capace di misurare spostamenti dello scafo della Concordia dell’ordine del millimetro ed in tempo reale. Due stazioni robotizzate sono collegate ad un interferometro radar ad apertura sintetica, ad uno scanner laser, ad uno scanner tridimensionale, ad una telecamera ottica, una telecamera termica, un estensimetro ad ancoraggio sottomarino e a tre stazioni sismiche a banda larga. Il tutto ha consentito di emettere, in questo anno di Costa Concordia, bollettini di aggiornamento con cadenza almeno giornaliera e registrare tutti gli spostamenti e le deformazioni dello scafo del relitto, che sono andati da una media di 1,5 millimetri al giorno a picchi di 1 centimetro all’ora nei primi mesi. Da aprile ad ottobre 2012, le deformazioni dello scafo si sono assestate ed il relitto è rimasto sostanzialmente fermo anche a causa delle buone condizioni meteo-marine legate alla primavera ed all’estate. Successivamente, con il peggiorare delle condizioni atmosferiche, anche le deformazioni dello scafo sono riprese. Con la conclusione delle operazioni di stabilizzazione della nave, ultimate nel mese di novembre 2012, gli spostamenti dello scafo sono quindi sostanzialmente terminati.

Foto da http://www.arpat.toscana.it

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