I rifiuti di Roma non arriveranno più in Emilia-Romagna. Dopo aver ricevuto la disponibilità della Regione guidata da Stefano Bonaccini a smaltire, complessivamente, circa 15 mila tonnellate di rifiuti romani, la giunta Raggi, a sorpresa, fa dietrofront. Dando ulteriormente fiato alla polemica politica. Un problema di costi sarebbe alla base dello stop deciso dall’Amministrazione capitolina guidata dal sindaco Virginia Raggi (assessore all’Ambiente, lo ricordiamo, è la reggiana Pinuccia Montanari).
Il gossip politico invece lega il dietrofront alla preoccupazione tra i pentastellati di eventuali ricadute negative alle prossime elezioni politiche, in una regione, l’Emilia-Romagna appunto, dove i grillini – e non sono gli unici – sognano d’impartire una severa lezione politica al Pd.
Lettura prontamente rigettata dal presidente della commissione Ambiente del Comune di Roma Daniele Diaco (M5S): “Portare i rifiuti di Roma in Emilia-Romagna costa oltre 180 euro a tonnellata. Per questo, e non per ragioni politiche, ancora nessun camion è partito da Roma per gli impianti emiliano-romagnoli”.
“Noi stiamo molto bene anche senza i rifiuti di Roma, se ritengono di dover far da soli facciano pure, non c’è problema”, ha dichiarato all’Ansa il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, a margine delle celebrazioni del Tricolore, a Reggio.
Il governatore ha spiegato di aver accolto l’invito a ricevere i rifiuti perché “ci sentiamo italiani prima che emiliano romagnoli. L’immagine di una capitale coi sacchetti di spazzatura in strada non fa bene a Roma e all’immagine del Paese. Ci hanno chiesto una mano, ci siamo resi disponibili. Se quella mano non serve più noi continueremo a fare le cose che facciamo tutti i giorni. Leggevo che forse li portano in Abruzzo e in Toscana, è chiaro che non cambia l’assunto”.