Firenze – Sono appena usciti, i rappresentanti dei sindacati degli inquilini dall’audizione in settima commissione regionale, presieduta dal consigliere regionale Fabrizio Mattei, e l’aria che tira sembra di grande speranza. Speranza in quanto, come di ce il segretario provinciale del Sunia di Firenze Laura Grandi, “ci hanno rassicurato che prenderanno in considerazione e rifletteranno sulle nostre proposte e le modifiche che abbiamo portato in audizione”. Oggetto, la proposta di legge regionale che è stata formulata dalla Regione., e che ha trovato su molti passaggi l’opposizione critica e proposte di modifica da parte del Sunia.
A conti, fatti, è andata bene: “Avremo un prossimo incontro fra due settimane” precisa Grandi. Che continua: “Abbiamo ribadito tutti punti su cui questa legge non solo zoppica, ma potrebbe portare, se non verranno corretti, ancora più disagio e sperequazione di quanto non ci sia”. Fra i nodi critici, le modalità di ammissione al bando per l’assegnazione degli alloggi, fra cui il requisito dei 5 anni di residenza nel Comune, o la cosiddetta “impossidenza”, oltre alla valutazione dei punteggi.
“Ci sono alcuni criteri che riteniamo assurdi – spiega Grandi – ad esempio quello della residenza a cinque anni per accedere al bando. Un criterio assurdo in tempi in cui la precarietà e la mobilità del lavoro è così diffusa, è molto facile cadere nella trappola della residenza spostata ed esempio a Sesto Fiorentino per due anni, poi di nuovo portata a Firenze per un altro anno, e così via, magari mettendoci anche vicissitudini famigliari, che portano molti giovani ad esempio a fare dentro-fuori dalle case di famiglia. Vogliamo negare che queste persone abbiano diritto all’accesso al bando? Per quanto riguarda l’impossidenza non bisogna avere niente ma proprio niente, essere, come ho detto stamani in commissione “nudo e crudo”, neppure un’auto magari di seconda mano. Quanto è credibile e soprattutto quanto davvero fotografa il disagio un criterio del genere? Per quanto rgiuarda i punteggi, se il bando è centrato sull’emergenza abitativa, perché allora ci sono molti, moltissimi punti per le disabilità e pochissimi per giovani coppie o per il rapporto di incidenza canone reddito? Senza parlare dello sfratto esecutivo, che nella proposta di legge avanzata è assente come criterio di punteggio aggiuntivo”.
Insomma i punti da modificare sono tanti, circa 40, precisa ancora Grandi. Che fa un altro esempio: fra i criteri infatti per le ammissioni c’è anche quello della “ricchezza”, calcolata all’incirca sui 25mila euro. Spie del reddito reale? Ad esempio, avere o no l’auto. “Ma nessuno garantisce – spiega Grandi – che chi non possiede l’auto non va, ad esempio, a farsi un viaggio alle Maldive una volta l’anno”. Insomma i calcoli si fanno complicati e soprattutto non significativi.
Andando ai numeri del problema, almeno a quelli ufficiali, nelle case popolari in Toscana abitano quasi 50mila famiglie. Oltre 25mila sono quelle in attesa di alloggio nelle graduatorie comunali.