Nel periodo tra gennaio e maggio di quest’anno il saldo tra assunzioni e cessazioni nel settore privato è pari 729.000 unità, superiore a quello dei due anni precedenti, ma sul dato pesa il forte incremento dei contratti a termine. Lo rileva l’Inps nell’osservatorio mensile sul precariato.
All’interno di quest’ultima categoria, rileva l’istituto di presidenza, spicca l’aumento dei contratti a chiamata a tempo determinato che passano dai 76.000 del 2016 a 165.000 del 2017 e in parte anche l’incremento dei contratti di somministrazione. Aumenti che, secondo l’Inps, possono essere messi in relazione “alla necessità delle imprese di individuare strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo”.
Al contrario l’Inps registra una netta flessione dei contratti stabili. Complessivamente il saldo netto è positivo di 43.465 unità, in calo comunque rispetto ai 68.706 dello scorso anno e ai 361.961 del 2015, quando erano ancora in vigore gli sgravi contributivi pieni. Le sole assunzioni con contratto a tempo indeterminato scendono del 5,5%, diminuite di 30.713 unità.
Considerando la totalità dei nuovi rapporti di lavoro, quelli stabili rappresentano oggi il 23,1%, poco meno di uno su quattro, un nuovo record negativo dopo quello messo a segno nel mese di aprile. Nel giugno del 2015 erano l 33,3%, uno su tre.
Se si guarda ai dati su un arco di tempo annuale invece, il saldo annualizzato, cioè la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi 12 mesi, risulta pari a +497.000. Un risultato che “cumula la crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato (+21.000), dei contratti di apprendistato (+48.000) e, soprattutto, dei contratti a tempo determinato (+428.000)”.
(Repubblica online)