Firenze – Il Seus, ovvero il pronto soccorso del servizio sociale, cresce e si potenzia. Si tratta di un servizio che dovrebbe permettere di fronteggiare in tutte le ore e 365 giorni all’anno situazioni gravi e improvvise sotto il profilo sociale. La fase 2 della sperimentazione prevede una organizzazione più capillare e trutturata nei territori.
Partendo dai dati, nei suoi primi tre anni di sperimentazione il pronto soccorso sociale è stato attivato 2.383 volte: i 697 interventi nel 2018 sono saliti a 951 nel 2019; nei primi undici mesi del 2020 gli interventi sono stati 735.
Gran parte delle richieste di intervento (906) sono giunte dai servizi sociali, seguiti dagli ospedali (765) e da forze dell’ordine e polizia municipale (460).
In questo 2020 il Seus è stato attivato soprattutto a seguito di criticità gravi legate all’emergenza abitativa (160 casi), a violenza di genere (148), a conflittualità familiare (120). Ma vi sono stati anche interventi per situazioni di assenza di mezzi di sostentamento (31), di abbandono (43), per abusi sessuali (6) e atti di bullismo (2).
La fase due del servizio prende il via grazie a una delibera approvata dalla giunta regionale su proposta dell‘assessora alle politiche sociali Serena Spinelli, e in virtù di un contributo regionale di 540.000 euro, le centrali operative passano da una a tre (a Toscana centro si aggiungono la centrale per Toscana sud-est e nord-ovest) e raddoppiano, passando da 10 (quasi tutte nell’area Toscana centro) a 20 le zone-distretto della Toscana coinvolte.
I casi in cui più frequentemente viene attivato il Servizio emergenza urgenza sociale (Seus), ci sono esplosioni di alta conflittualità in nuclei familiari fragili, episodi di violenza e maltrattamento di donne o di persone anziane, manifestazioni di grave malessere in ragazzi e adolescenti, improvviso abbandono o stato di solitudine di persone non autosufficienti o gravemente disabili.
In situazioni come queste, per le quali un intervento sociale è necessario e indifferibile, questo servizio garantisce l’attivazione tempestiva di un pronto intervento di sostegno per garantire una stabilizzazione della situazione, o per evitare un suo peggioramento o un rischio per l’incolumità della persona coinvolta.
Nella casistica di questi primi tre anni di attivazione sperimentale il servizio è intervenuto oltre 2.300 volte, di cui 720 nei primi undici mesi di quest’anno.
“A pieno regime – è il commento dell’assessora Spinelli – un servizio come il Seus permetterà a tutti i cittadini toscani di poter avere una risposta immediata in caso di situazioni gravi sotto il profilo sociale. Siamo la prima e sino a oggi unica regione in Italia che ha scelto questa strada e vogliamo percorrerla con determinazione.
La delibera approvata dà una grande spinta in questa direzione perché aumenta i territori coinvolti, e struttura meglio l’organizzazione complessiva. Il Seus permette di integrare la risposta sociale con quella sanitaria, valorizza tante professionalità degli assistenti sociali a livello territoriale, anche in collaborazione con il terzo settore, e permette una continuità fondamentale tra l’evento che ha determinato l’intervento del Seus e la presa in carico dei servizi sociali”.
Come funziona il servizio
Il modello SEUS prevede che il servizio sociale dedicato e specifico per le emergenze urgenze sociali venga attivato, tramite numero unico verde dedicato e gratuito, attraverso segnalazioni di soggetti pubblici (in primis, i servizi sociali territoriali, ma anche le forze dell’ordine, il dipartimento dell’emergenza urgenza sanitaria e altri servizi sanitari) e altri soggetti di un territorio che si trovino di fronte ad una situazione di emergenza-urgenza sociale personale o familiare, ad un evento calamitoso o ad una situazione di emergenza climatica, che richiedano un pronto intervento.
A seguito della segnalazione, la Centrale operativa del Seus interessata effettua la valutazione professionale e fornisce una assistenza immediata per la fase emergenziale attraverso l’attivazione delle professionalità necessarie.
Le prestazioni che si rendono necessarie sono da reperire nel paniere delle risorse complessivamente a disposizione per tutti i cittadini della zona di riferimento, già preventivamente mappate e regolate nella fase di preparazione all’attivazione del servizio.
L’intervento si conclude con l’affidamento della persona al servizio sociale competente e a agli altri servizi necessari, nel primo momento utile per garantire la continuità della presa in carico.