Pronto soccorso Livorno, infermieri in rivolta

Livorno – Mancano perfino le barelle, altro che parole. E’ questo, il duro attacco che il Nursind, il sindacato autonomo degli infermieri, portano alla politica fatta di tagli e mancate assunzioni che ha portato il pronto soccorso dell’ospedale cittadino vicino al collasso.

Siamo perennemente sotto organico e mancano perfino le barelle. Entro la fine di gennaio proclameremo lo sciopero”, è il messaggio che Michela Cavallin, segretaria provinciale Nursind, invia all’Asl.

 “Mancano almeno 7 infermieri e 6 operatori sanitari – sottolinea Cavallin – mentre da circa un anno l’ospedale di Livorno ha aperto un nuovo servizio di TAC urgente e ridotto i posti letto. Anche le barelle sono insufficienti: in caso di afflussi superiori alla media il pronto soccorso è costretto a chiederle in prestito da altri reparti”. Una situazione di emergenza che è diventata cronica “con una media di 200 accessi al giorno e picchi di 250”, ribadisce la segretaria provinciale del sindacato autonomo degli infermieri.

 “La politica dei tagli portata avanti dall’Asl – continua Cavallin – ha colpito anche i generi di prima necessità: al pronto soccorso non possiamo distribuire né acqua né cibo”.

 “In una situazione del genere – conclude Michela Cavallin – il rischio clinico è inevitabilmente destinato a crescere. Con danno per tutta la comunità. Se l’Azienda sanitaria non ci ha sottoporrà alcuna soluzione concreta saremo costretti a ricorrere allo sciopero entro la fine del mese”.

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