Firenze – La rete del pronto intervento del servizio sociale (Seus), che permette di fronteggiare nelle 24 ore e per 365 giorni all’anno le situazioni gravi e improvvise sotto il profilo sociale, con il 2023 entra in una nuova fase, caratterizzata da un nuovo sistema di gestione più capillare e strutturata e anche da un ampliamento della copertura regionale. Varato nel 2018 a titolo sperimentale, il servizio ha già dato ampia prova della sua utilità: sono circa 5.000 gli interventi effettuati fino a oggi con i quali si sono potuti fronteggiare con immediatezza casi di maltrattamenti familiari, violenze di genere, situazioni di estrema povertà e disagio. Si è infatti conclusa la nuova gara per l’assegnazione della gestione della centrale operativa; questa novità permetterà di radicare e potenziare il servizio. Ad aggiudicarsela è stato un sodalizio costituito da Proges (cooperativa sociale leader a livello nazionale nell’ambito dei servizi alla persona) e dal Consorzio Opere di Misericordia (che affianca le Misericordie nella progettazione, sviluppo e realizzazione di interventi innovativi).
Con la nuova gestione il servizio potrà quindi avvalersi delle sedi delle Misericordie, che – presenti nelle città e in larghissima parte dei centri abitati – saranno il luogo fisico dove risiederanno le unità territoriali composte da un assistente sociale e da altre figure professionali. Le unità avranno anche a disposizione mezzi dedicati per l’effettuazione degli interventi. Con la nuova organizzazione assumerà un ruolo strategico la Centrale operativa, che avrà sede a Pistoia: sarà il punto di snodo di tutta l’attività del Seus. Contestualmente cresceranno anche gli ambiti territoriali nei quali il Seus è attivo: alla fine dell’anno la copertura sarà pari al 64% della popolazione residente in Toscana. Sarà sensibilmente più vicina l’estensione di questo servizio a tutto il territorio regionale.
“Inizia una nuova fase per il Seus che dalla fase di sperimentazione comincia a funzionare a regime – dice l’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli – la nuova gestione garantirà una presenza capillare e consentirà un’attivazione immediata del servizio. Questo permetterà, ormai in gran parte del territorio regionale, di attivare una risposta immediata in caso di situazioni gravi sotto il profilo sociale”. “A cinque anni dall’avvio della sperimentazione – prosegue la Spinelli – siamo sempre più consapevoli della bontà di questa scelta, che la Toscana ha perseguito per prima in Italia: il Seus permette di integrare la risposta sociale con quella sanitaria, valorizza tante professionalità degli assistenti sociali a livello territoriale, anche in collaborazione con il terzo settore, e permette una continuità fondamentale tra l’evento che ha determinato l’intervento e la presa in carico dei servizi sociali”.
“Operando sul campo ci siamo resi conto che c’era, nell’assistenza prestata, un pezzo che mancava e queto servizio, sia pur di secondo livello, colma la lacuna ed offre un elemento di tranquillità in più“ commenta Alberto Corsinovi, presidente delle Misecordie della Toscana. “Con le nostre associazioni siamo presenti – aggiunge – con 406 sedi in tutto il territorio regionale e confidiamo che presto questo servizio, a cui crediamo molto, possa essere esteso a tutta la Toscana”. “Affrontiamo questo servizio con l’entusiasmo e l’impegno che mettiamo sempre nel nostro lavoro – interviene Rossana Mori, consigliera del Cda di Proges – Il Pis rappresenta una frontiera di intervento inedita, che completa il quadro della gestione delle emergenze fino a oggi riservato all’ambito sanitario, sposando un concetto di sicurezza, salute e benessere più ampio di quello a cui siamo comunemente abituati”. “Come cooperativa sociale – prosegue – puntiamo a rafforzare il nostro know-how e a proporci sempre di più come soggetto imprenditoriale radicato e competente in Toscana. Nei prossimi mesi il servizio verrà ulteriormente esteso e per questo stiamo ricercando assistenti sociali e assistenti di base interessati a un’esperienza professionale inedita e di così forte utilità”.
Alla presentazione del servizio sono intervenuti anche Rossella Boldrini, direttrice dei servizi sociali Ausl Toscana Centro, e Franco Doni, direttore della Società della salute Empolese Valdarno Valdelsa.
Ecco in sintesi le caratteristiche del pronto soccorso sociale.
Quando viene attivato il Seus
Tra le motivazioni più frequenti ci sono esplosioni di alta conflittualità in nuclei familiari fragili, episodi di violenza e maltrattamento di donne o di persone anziane, manifestazioni di grave malessere in ragazzi e adolescenti, improvviso abbandono o stato di solitudine di persone non autosufficienti o gravemente disabili. In situazioni come queste, per le quali un intervento sociale è necessario e indifferibile, questo servizio garantisce l’attivazione tempestiva di un pronto intervento di sostegno per garantire una stabilizzazione della situazione, o per evitare un suo peggioramento o un rischio per l’incolumità della persona coinvolta.
Come funziona
Il Seus non viene direttamente attivato da un cittadino: le segnalazioni partono dai soggetti pubblici (in primis, i servizi sociali territoriali, ma anche le forze dell’ordine, il dipartimento dell’emergenza urgenza sanitaria e altri servizi sanitari) e da altri soggetti del territorio che si trovino di fronte ad una situazione di emergenza-urgenza sociale personale o familiare. Per tutti questi soggetti è disponibile un numero verde unico regionale gratuito attivo h24 e 365 giorni all’anno. A seguito della segnalazione, la Centrale operativa del Seus effettua la valutazione professionale e fornisce una assistenza immediata per la fase emergenziale attraverso l’attivazione delle professionalità necessarie costituite direttamente sui territori (Unità territoriali di emergenza urgenza). L’intervento si conclude con l’affidamento della persona al servizio sociale competente e a agli altri servizi necessari, nel primo momento utile per garantire la continuità della presa in carico.
Dove è presente
Attualmente sono 14 su 28 gli Ambiti territoriali toscani nei quali il Seus è attivo:
Empolese-Valdarno inferiore, Valdinievole, Fiorentina nord ovest, Fiorentina sud est, Pistoiese, Pratese, Mugello, Senese, Bassa Val di Cecina Val di Cornia, Colline dell’Albegna, Amiata grossetana Colline metallifere Grossetana, Alta Val di Cecina Valdera, Alta Val d’Elsa, Amiata Val d’Orcia Valdichiana Senese. Entro il 2023 entreranno nel sistema le zone Livornese e Pisana e sono state presentate candidature per l’ingresso anche da parte delle zone Aretina e Versilia. L’obiettivo è giungere progressivamente all’inclusione di tutti i territori toscani.
I dati del servizio
Dal 2018 in poi il pronto intervento sociale è stato attivato circa 5.000 volte. In attesa di una analisi più dettagliata dei dati 2022, sono attualmente disponibili, a questo fine, i dati del 2021. In quell’anno gli interventi sono stati 1.315; gran parte delle richieste sono giunte da ospedali e pronti soccorso (475), seguiti dai servizi sociali territoriali (319) e da forze dell’ordine e polizia municipale (353). Sempre nel 2021 il Seus è stato attivato soprattutto a seguito di criticità legate a gravi episodi di conflittualità familiare come maltrattamenti o casi di abbandono (396 casi), in situazioni di povertà con forme di grave disagio abitativo o di carenza di mezzi di sostentamento (313), in casi gravi di non autosufficienza o disabilità che determinano abbandono o solitudine (270) in situazioni da Codice rosa, e quindi violenza di genere, abusi e sfruttamento sessuale (248), in casi di minori esposti a grave rischio, come nel caso del bullismo (65 casi) e infine in situazioni di emergenza ambientale (17).