Riceviamo e pubblichiamo:
“Gentile Assessora Del Re,
come ben sa, tra i tanti problemi che Firenze si trova a fronteggiare, quello di porre un argine al proliferare incontrollato delle locazioni turistiche è da tempo al centro della nostra preoccupazione per il forte impatto che ne consegue, in termini qualitativi e quantitativi, sia sullo spazio abitativo sia sul tessuto sociale ed economico della nostra città. In questo senso riteniamo molto incoraggiante la pronta adesione del Comune di Firenze all’appello con cui, pochi mesi orsono, vi sollecitammo a entrare nel network di città europee determinate a chiedere a Commissione e parlamento UE un intervento normativo sulle piattaforme web operanti nel campo delle locazioni brevi. Ancor di più ci fa ben sperare l’impegno, che Lei ha recentemente manifestato, di lavorare insieme al Comune di Bologna per sollecitare nuove norme nazionali ed europee per individuare spazi di intervento quanto meno nelle aree tutelate dall’Unesco.
Non può però sfuggire ad alcuno il concreto rischio che, a fronte della rapidità con cui le locazioni turistiche si vanno diffondendo in tutta la città e nel territorio circostante, tutte queste lodevoli iniziative possano risolversi nella fallimentare chiusura della stalla quando i buoi sono già scappati. Affinché ciò non accada riteniamo utile sottoporre alla Sua attenzione la possibilità di intervenire con una specifica variazione del regolamento urbanistico, laddove con il comma 2.1a dell’articolo 19, riguardante la classificazione degli usi, si elencano indistintamente come residenza “abitazioni singole permanenti e temporanee, alloggi volano, case appartamenti vacanza, bed and breakfast, affittacamere, residenze storiche”. In punta di diritto andrà anche tutto bene, però tale classificazione appare non solo porre inopportunamente sullo stesso piano chi abita stabilmente la città, chi vi dimora per qualche giorno e chi vi svolge attività di locazione, ma anche in contrasto con quanto previsto dall’articolo 43 del codice civile secondo cui “La residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale”.
Cambiare questo semplice articolo, ponendo case appartamenti vacanza, bed and breakfast, affittacamere, residenze storiche nella più appropriata categoria turistico ricettiva potrebbe dotare l’Amministrazione comunale di nuovi strumenti per regolamentare numero e dislocazione delle attività di locazione turistica, la cui apertura verrebbe a essere subordinata alla concessione di cambio di destinazione d’uso, nonché consentire una più equa ripartizione degli oneri all’interno dei condomìni”.
Grazia Galli, segretaria dell’Associazione Progetto Firenze