La Commissione Europea ha approvato il progetto di ricerca REPARA finanziandolo con 2.6 milioni di euro su un costo totale di 3.6 milioni. Il progetto, a cui partecipa anche anche l’Università di Pisa, avrà 3 anni per raggiungere un obiettivo molto ambizioso: fornire strumenti e metodologie per lo sviluppo di nuove applicazioni capaci di sfruttare al meglio le enormi potenzialità di calcolo dei sistemi che includono processori multi-core, coprocessori grafici paralleli ed acceleratori hardware.
“Il nostro mondo è sempre più gestito da sistemi informatici complessi che svolgono per noi i compiti più diversi: dal controllo e alla sicurezza, all’ambito produzione e dell’industria – ha spiegato il professor Marco Danelutto (nella foto) del Dipartimento di Informatica che coordina il gruppo di ricerca dell’Ateneo pisano impegnato in REPARA – Questi sistemi richiedono tipicamente un grosso sforzo di programmazione per raggiungere le elevate prestazioni di cui sono capaci. L’obiettivo del progetto è lo sviluppo di strumenti di programmazione che permettano la realizzazione di applicazioni che, rispetto alle attuali, risultino fino a due volte più veloci e con un consumo energetico ridotto della metà.”
Oltre all’Ateneo pisano REPARA coinvolge altre quattro istituzioni accademiche (l'Università Carlos III di Madrid in Spagna, FHO HSR Rapperswil in Svizzera, Technische Universitad di Darmstadt in Germania, l'Università di Szeged in Ungheria) e due industrie (Evopro Innovation in Ungeria ed Ixion Industry and Aerospace in Spagna).
“Il nostro principale contributo al progetto – ha concluso Marco Danelutto – è costituito dall’ambiente per la programmazione parallela FastFlow, sviluppato in collaborazione con l’università di Torino e disponibile sotto licenza open source. FastFlow permette infatti di ottenere ottime prestazioni, paragonabili o, in certi casi, migliori a quelle che si hanno utilizzando ambienti di programmazione allo stato dell'arte”. (com)
Nell’ambito del progetto REPARA, l’Università di Pisa si avvarrà della collaborazione del gruppo di ricerca diretto da Marco Aldinucci al Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino, Dipartimento con cui l’Ateneo ha una convenzione per la collaborazione in progetti di ricerca fin dal 2009.