Continua a diminuire la popolazione scolastica reggiana, scesa lo scorso settembre a 78.117 unità. Lo fa per il settimo anno consecutivo, ma con uno dei cali più marcati dal 2015: ben 1.331 alunni in meno (-1,7%) rispetto all’anno scolastico 2021/22. E, soprattutto, anche le scuole superiori per la prima volta, praticamente in crescita da inizio millennio, registrano un calo di 219 unità (-0,9%), per altro non ancora dovuto all’onda della denatalità, attesa tra un paio d’anni. Percentualmente la diminuzione maggiore si registra comunque alle elementari (816 alunni in meno, pari al 3,45) e alle secondarie di primo grado (le medie) che perdono 336 studenti (-2,1%), mentre nelle scuole dell’infanzia si scende da 11.638 a 11.417 iscritti (-1,9%). Nel segmento 0-3 anni, l’unico in controtendenza, sono 261 i bambini in più rispetto allo scorso anno, per un totale di 4.481 iscritti (+6,2%). In crescita anche la scuola paritaria, che conta 132 iscritti in più dell’anno scorso, di cui 94 nelle scuole medie.
E’ quanto emerge dall’ultimo Annuario della Scuola reggiana, l’importante pubblicazione promossa e voluta dalla Provincia e dall’Ufficio scolastico regionale XI di Reggio Emilia, curata dal professor Luciano Bonacini e da Rainer Girardi, che da ben 29 anni fornisce a tutti gli operatori della scuola, in modo esauriente e dettagliato, un quadro informativo quantitativo e qualitativo del sistema educativo provinciale. L’Annuario presenta, infatti, tutta la ricchezza dell’offerta formativa della nostra provincia e, contestualmente, la complessità dei problemi che quotidianamente il mondo della scuola, insieme alle istituzioni, affronta per garantire che il nostro sistema mantenga gli elevati livelli di qualità necessari a supportare lo sviluppo ed i processi di crescita economica e sociale dell’intera comunità provinciale reggiana.
L’Annuario è stato presentato questa mattina in Provincia dal presidente e dalla vicepresidente con delega all’Istruzione, Giorgio Zanni ed Elena Carletti, insieme al dirigente dell’Ufficio scolastico regionale XI di Reggio Emilia Paolo Bernardi, agli stessi curatori, al referente Pcto (Percorsi competenze trasversali e orientamento, ex alternanza scuola-lavoro) dell’Ufficio scolastico Donato Vairo e a Nadia Castagnetti del Servizio Programmazione scolastica e Diritto allo studio della Provincia.
“Questo Annuario, che rappresenta un unicum in regione, fa parte dell’importante impegno che la Provincia produce nel campo dell’istruzione, in particolare di quella superiore, dall’edilizia scolastica a tutte le attività di orientamento, dal Salone alla guida di Polaris”, ha detto il presidente Giorgio Zanni, soffermandosi in particolare su un aspetto che emerge con forza dai dati: “Quella reggiana è una scuola fortemente inclusiva e questa è una conseguenza delle scelte politiche compiute”. “Lo dimostrano percentuali ben al di sopra delle medie regionali e nazionali di studenti con disabilità e stranieri, anche se forse il termine più corretto sarebbe non ancora formalmente italiani visto che 7 su 10 sono nati in Italia e hanno affrontato il loro percorso scolastico nel nostro Paese”, ha sottolineato.
“Un aspetto che emerge anche dal tipo di scuola frequentato alle superiori da questi ragazzi nati da famiglie migranti, attratte da un territorio economicamente forte, che in percentuale sempre maggiore si iscrivono ai licei e sempre meno ai professionali proprio perché il loro cammino scolastico è stato interamente svolto in Italia – Tende infatti , ha aggiunto la vicepresidente della Provincia, Elena Carletti, definendo “i prossimi anni densi di sfide per i numeri molto importanti e i grandi investimenti, in parte dovuti anche a risorse Pnnr, che dobbiamo gestire per garantire a tutti gli studenti un percorso scolastico di qualità”.
“L’Annuario è uno strumento straordinario di grande interesse e utilità per il nostro lavoro quotidiano perché è partendo da questi dati che possiamo ipotizzare, dove è possibile, delle linee di intervento”, ha detto il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Paolo Bernardi. Per fronteggiare, ad esempio, il “continuo calo degli iscritti alle primarie che in certe situazioni periferiche rischia di determinare la messa in discussione dell’esistenza della prima classe e, dunque, dello stesso plesso scolastico, che in tanti piccoli comuni e in molte frazioni rappresenta per le comunità un importante presidio sociale sul territorio”. “Benedetti, dunque, i bambini di famiglie straniere perché sono loro a tenere aperte le scuole”, ha aggiunto Bernardi indicando tra le criticità anche “il numero ancora troppo alto di studenti che cambiano indirizzo nei primi mesi di prima superiore, nonostante il buon lavoro di orientamento da parte anche della Provincia, perché le famiglie troppo spesso ignorano il consiglio orientativo degli insegnanti delle medie”.
I dati dell’Annuario
I dati – raccolti dai curatori dell’Annuario Luciano Bonacini e Rainer Girardi – registrano un complessivo calo della popolazione scolastica: il numero degli studenti reggiani si attesta a 78.117 unità, 1.331 alunni in meno rispetto all’anno scolastico 2021/22. Nel segmento 0-3 anni, l’unico in controtendenza, si registra un aumento di 261 bambini rispetto all’anno scorso, per un totale di 4.481 bambini iscritti. Nelle scuole dell’infanzia si consolida invece il calo di iscritti, che passano da 11.638 a 11.417. La scuola primaria registra una diminuzione del 3,4%, la scuola secondaria di I grado del 2,1% e quella di II grado, dopo anni di crescita costante, registra un calo dello 0,9%. In crescita la scuola paritaria, che conta 132 iscritti in più dell’anno scorso, di cui 94 nelle scuole secondarie di II grado.
Per quanto riguarda la scuola secondaria di II grado statale, nel 2022/23 gli iscritti alle prime classi nell’area liceale sono il 37,9% (+0,6%), segue l’area tecnica, che si attesta al 36,3% (-0,5%), infine quella professionale, i cui iscritti sono il 25,8% (-0,1%).
Dalle pagine dell’Annuario emergono chiaramente anche diversi aspetti peculiari del sistema scolastico reggiano, che si conferma come inclusivo ed accogliente, con una presenza di alunni stranieri sul totale della popolazione scolastica delle scuole statali pari al 18,6%, in aumento di un punto percentuale rispetto all’anno scolastico precedente, di cui il 69,9% sono nati in Italia. Dei 3.018 studenti stranieri iscritti alle superiori, aumentano quelli del liceo (dal 18,9 al 20,3%) e dei tecnici (dal 35,2 al 36,4%) a scapito dei professionali (dal 45,9 al 43,3%).
Anche la presenza di alunni disabili nelle scuole statali reggiane si conferma rilevante (il 4,4% sul totale degli alunni) ed in continua crescita alle superiori, a riprova della positiva tendenza al prolungamento degli studi.
Per quanto attiene ai risultati scolastici, sia la scuola secondaria di I grado che quella di II grado hanno visto un miglioramento rispetto all’anno scorso. Alle medie la percentuale di alunni non ammessi alla classe successiva è calata dall’1,8% all’1,5%, alle superiori è passata dal 12,4% all’11,8%, con un divario di 7,7 punti percentuali tra il biennio e il triennio.
Oltre il diploma, aumentano gli iscritti ai 5 corsi ITS. (da 162 a 207, grazie anche al quinto corso attivato quest’anno, quello per tecnici superiori per il trasporto ferroviario) calano invece quelli della sede reggiana dell’Università di Modena e Reggio Emilia, con il solo corso di Medicina e Chirurgia in netta controtendenza: quest’anno sono 10.743, 720 in meno (-6,3%) rispetto al precedente.
Una sezione della pubblicazione è stata infine dedicata all’indagine sui percorsi di PCTO (l’ex alternanza scuola-lavoro) svolti in provincia di Reggio Emilia nell’anno scolastico 2021/2022. L’indagine ha evidenziato quanto questi percorsi, volti ad avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, siano capillarmente diffusi sul nostro territorio (vi hanno partecipato ben 11.515 ragazzi, l’89,6% degli studenti del triennio della scuola superiore, e sono state coinvolte 3.528 strutture ospitanti), a significare una collaborazione forte e radicata tra scuola e mondo del lavoro che ancora una volta emerge come caratteristica strutturale della provincia reggiana e che si conferma tale anche nell’ambito essenziale della formazione sulla sicurezza degli studenti coinvolti nei percorsi messa in campo dalle scuole e dalle aziende ed enti ospitanti. La maggior parte delle ore sono state investite in attività di stage, soprattutto nei tecnici (71%) e nei professionali (78,6%), meno nei licei (56,4%). Bassissimo il tasso di infortunio registrato: lo 0,08% (1 infortunio ogni 3.838 allievi) a fronte di una media provinciale tra i lavoratori reggiani del 3,84% (1 infortunio ogni 26 occupati).