Firenze – Torna lo spauracchio della deflazione, ma non nel carrello della spesa, quanto sui campi e sugli agricoltori. E’ l’allarme che torna a suonare Coldiretti, che, in base ai dati Istat, rileva che, mentre in controtendenza con l’andamento generale i prezzi alimentari aumentano sullo scaffale dello 0,2%, in compenso crollano nelle campagne italiane, dal -18% per il grano duro al -24% per cento per il latte in stalla fino al -38% per l’olio di oliva. Argomento, quest’ultimo, delicato per la Toscana.
I dati Istat presi i considerazione da Coldiretti sono quelli sull’inflazione a maggio, sulla base dei dati Ismea dello stesso mese. “La situazione nelle campagne – sottolinea Coldiretti – è precipitata per raccolti e per gli allevamenti con i compensi agli allevatori che non coprono più neanche i costi dell’alimentazione del bestiame. Oggi gli agricoltori – precisa l’associazione – devono vendere tre litri di latte per bersi un caffè. Quindici chili di grano per comprarsene uno di pane e dieci chili di pomodori ciliegini per comprarsi un pacchetto di sigarette. Anticipo dei calendari di maturazione, accavallamento dei raccolti, varietà tardive diventate precoci, con eccesso di offerta prima e crollo della disponibilità poi, sono solo alcuni degli effetti dell’andamento climatico anomalo sulle coltivazioni che subiscono come per latte e carne anche la pressione delle distorsioni di filiera e dal flusso delle importazioni che fanno concorrenza sleale”.
Senza dimenticare, aggiunge Coldiretti, le conseguenze del protrarsi dell’embargo russo, che è stato un vero e proprio calcio negli stinchi alla nostra economia agricola, dal momento che ha azzerato del tutto le esportazioni di ortofrutta, formaggi, carni e salumi Made in Italy. In più ha anche “provocato una devastante turbativa sui mercati agricoli europei che ha messo in crisi decine di migliaia di aziende agricole”.