Domani a Reggio Emilia si svolgerà il primo Consiglio comunale aperto, per consentire ai cittadini membri del Comitato agricoltura e ambiente di avanzare le loro proposte alternative al passaggio a sud della tangenziale di Rubiera, che passando a sud della via Emilia porterebbe il flusso veicolare dal ponte sul Secchia all’area di Bagno.
“Da sempre – spiega la consigliera regionale (gruppo Misto) Silvia Prodi – sono accanto al comitato e ne condivido le posizioni: il tracciato nord, che segue la direzione già oggi utilizzata dall’autostrada A1 e dalla linea dell’alta velocità ferroviaria, è la soluzione migliore per il nostro territorio. La ‘tangenziale Nord’, bypassando completamente la via Emilia, libererebbe dal traffico tutte le frazioni che si affacciano sulla sezione da Reggio a Modena. Rispetto al tracciato a sud, avrebbe un impatto inferiore e comporterebbe un minore consumo di suolo, dal momento che si potrebbe realizzare semplicemente prolungando il tracciato che già esiste a Reggio, nella zona di Gavassa, creando alcuni chilometri di collegamento sino alla zona di San Faustino e di Rubiera”.
“Poiché alcuni tratti del percorso sono già esistenti – continua la Prodi – l’opera richiederebbe meno espropri e permetterebbe di contenere maggiormente i costi economici e soprattutto quelli ambientali. Se poi si volesse allargare il discorso anche ai comuni modenesi, il collegamento tra la tangenziale di Reggio e quella di Modena potrebbero ridurre non solo il traffico ma anche i tempi di percorrenza. La sostenibilità ambientale oggi deve essere il primo criterio di governo: la priorità è ridurre il consumo di suolo, diminuire l’inquinamento, togliere il traffico. Di fronte a una situazione così complessa come quella della tangenziale di Rubiera è comunque imprescindibile realizzare almeno un serio studio di fattibilità indipendente che compari le due opzioni dal punto di vista ambientale”.
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Un intervento all’assemblea ONU a New York, come presidente del gruppo interparlamentare “Amici del popolo Saharawi”. Sarà la deputata reggiana Antonella Incerti a tenerlo, venerdì 11 ottobre, in rappresentanza di tutti i gruppi politici che si impegnano per sostenere la causa Saharawi
“Da vari anni e in diverse sedi istituzionali nazionali ed internazionali , utilizziamo strumenti come risoluzioni, mozioni, interrogazioni – ha spiegato Antonella Incerti – che vogliono porre all’attenzione dei governi la non soluzione della causa Saharawi e chiedere azioni utili per rilanciarne la soluzione che sia rispettosa del diritto all’autodeterminazione favorendo il superamento dello stallo il cui verte il negoziato internazionale”.
Col suo intervento, la deputata Dem vuole “chiedere il rispetto dei diritti umani da parte del governo marocchino, chiedere la libertà di accesso e di circolazione nel Sahara occidentale di osservatori internazionali indipendenti, della stampa e delle organizzazioni umanitarie, chiedere lo stanziamento di fondi per aiuti umanitari per la popolazione saharawi rifugiata nei campi di Tindouf”.
Proprio in questi giorni il gruppo interparlamentare ha depositato in Commissioni Esteri un’interrogazione per chiedere al Governo che provvedimenti intenda prendere affinché possano proseguire i negoziati tra le parti faticosamente ripresi dal dicembre scorso e di possa arrivare ad una definizione dei tempi x indire referendum. “Un dialogo che al momento è in stallo” ha spiegato la presidente dell’intergruppo.
La deputata reggiana interverrà alla sessione su decolonizzazioni insieme alle rappresentanti delle reti dei comuni che accolgono i bambini ogni estate.