La sorte del processo Aemilia è appesa a un riunione convocata giovedì pomeriggio 3 dicembre al Ministero della Giustizia, presenti le istituzioni locali, la Regione oltre naturalmente agli uffici giudiziari. Il tema è: chi deve pagare per garantire lo svolgimento del processo nella sua sede naturale, vale a dire Reggio Emilia?
Ne ha dato l’annuncio in consiglio comunale il sindaco Luca Vecchi, intervenuto nel dibattito su due ordini del giorno (approvati entrambi) presentati dal Claudio Bassi di Forza Italia e dal capogruppo del Pd Capelli. Sala del Tricolore, che si divide su molte cose, questa volta è compatta nel chiedere la celebrazione del processo a Reggio Emilia, e nel sollecitare l’impegno di tutte le istituzioni per contribuire all’allestimento di un’aula bunker (anche sotto forma di una tensostruttura collocata nel cortile del Tribunale) sufficiente a contenere le centinaia di imputati, difensori, testimoni nelle necessarie condizioni di sicurezza.
Una schiarita era arrivata nel pomeriggio da Bologna: la Regione garantirà la copertura delle spese sulla base delle valutazioni dei servizi tecnici del Comune. Il conteggio, comunicato al sindaco e al presidente del Tribunale è di 350 mila -370 mila euro. Si tratta tuttavia, ha detto il sindaco, di una cifra prudenziale, ed è prevedibile che i costi finali della gestione del maxi processo saranno molto più elevati.
La decisione della Regione è stata comunicata dal sottosegretario Andrea Rossi, a nome del governatore Stefano Bonaccini; intanto l’onorevole grillina Maria Edera Spadoni ha sottolineato come non sia di competenza della Regione ma del Governo destinare i fondi per il processo.
In una nota oggi anche Cgil e Cna affermano la necessità dello svolgimento del processo a Reggio Emilia.