Processo Aemilia a Reggio: Legacoop dice “ci pensiamo noi”

Le coop si schierano col Presidente del Tribunale Caruso che aveva denunciato la mancanza di fondi e lanciano un appello affinché si risolva il problema

aemilia 2Legacoop nei prossimi giorni lancerà un appello a tutte le istituzioni, a partire da ministero di Giustizia “perché il processo Aemilia si possa celebrare a Reggio” e chiederà “a tutte le associazioni di rappresentanza economica, sindacale e sociale di trovare le forme più corrette per sostenere, anche da un punto di vista economico, la realizzazione di ciò che serve per raggiungere questo obiettivo”.

Legacoop ha così deciso di raccogliere l’allarme lanciato dal presidente del tribunale di Reggio, Francesco Maria Caruso, dal palco del convegno organizzato dall’ordine dei Commercialisti e dei Revisori Contabili. Caruso in sostanza aveva ventilato l’ipotesi che la seconda fase del processo non si sarebbe potuta tenere a Reggio per mancanza di fondi (ne servirebbero circa 100mila) e per la totale mancanza di aiuti da parte dello Stato.

Scrive Legacoop Emilia Ovest in un comunicato: “Questa è la terra dei Cervi, di Prampolini, di tanti martiri partigiani e dei tanti reggiani che hanno contribuito con le navi della solidarietà alle lotte di libertà in Sud Africa e Mozambico, un luogo straordinario in cui, anche pagandolo a caro prezzo, si è sempre saputo “da che parte stare”. Per questo non abbiamo dubbi, stiamo dalla parte del presidente Caruso che vuole il processo a Reggio Emilia, del magistrato Mescolini che ha condotto le indagini su Aemilia, del procuratore Gratteri che combatte la mafia ogni secondo della sua vita e con rischi per la sua incolumità, ma adesso va dimostrato anche con i fatti”.

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Scrive Legacoop Emilia Ovest in un comunicato: “Questa è la terra dei Cervi, di Prampolini, di tanti martiri partigiani e dei tanti reggiani che hanno contribuito con le navi della solidarietà alle lotte di libertà in Sud Africa e Mozambico, un luogo straordinario in cui, anche pagandolo a caro prezzo, si è sempre saputo “da che parte stare”. Per questo non abbiamo dubbi, stiamo dalla parte del presidente Caruso che vuole il processo a Reggio Emilia, del magistrato Mescolini che ha condotto le indagini su Aemilia, del procuratore Gratteri che combatte la mafia ogni secondo della sua vita e con rischi per la sua incolumità, ma adesso va dimostrato anche con i fatti”.

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