Primarie bulgare

Luca Vecchi si appresta a vincere a mani basse la competizione elettorale che sembra più una formalità che un esercizio di democrazia

Dicono che le primarie del Pd siano un grande esercizio di democrazia partecipativa. Può essere. Certo è che come da tradizione a Reggio l’esito del voto è segnato e potrebbe essere bulgaro: si vota domenica ma Luca Vecchi è il vincitore annunciato della consultazione di partito. Percentuale più, percentuale meno, il Pd il candidato sindaco lo ha già scelto da molto tempo e non sono in vista sorprese né colpi di scena.

Basta guardare la mobilitazione sul territorio e on line a favore di Vecchi. Una macchina che si è messa in moto già da parecchi mesi e che relega le primare a pura formalità. L’unico candidato che può portare a casa un numero significativo di voti è Franco Corradini, ma l’assessore alla sicurezza ha contro il grosso del suo partito ed è diventato un bersaglio di attacchi anche fuori misura.

Matteo Sassi e Magnani invece appaiono virtualmente fuori dai giochi, anche se il primo cercherà di scalzare il secondo posto a Corradini.

Vecchi dunque entra in conclave candidato e candidato ne uscirà. La partita vera comincerà da lunedì. Perché se è vero che le primarie sono “bulgare” con quello che sta accadendo all’interno del Partito democratico e nel Paese la campagna elettorale potrebbe essere più difficile rispetto al passato quando il ballottaggio non era nemmeno un’ipotesi. Anche se al momento l’opposizione appare molto frammentata e manca ancora una proposta alternativa. Vedremo.

 

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